Cronaca
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Castellammare - Raid in un bar nel 2016, a sparare fu un 16enne della famiglia Fontana. Si trattò di un rito di iniziazione

«Sparalo, sparalo!»: il 16enne fu invitato a compiere il raid dai membri della sua famiglia. Secondo gli inquirenti, con quel gesto il giovane riuscì a guadagnarsi la fiducia ed espletò il suo rito di iniziazione nel mondo criminale

tempo di lettura: 2 min
13/01/2018 10:19:35

Tutto in pochi minuti: la lite in villa comunale a Castellammare, il ritorno a casa (all'Acqua della Madonna) per prendere le armi e l'agguato dopo un'ora fuori un noto bar. Si trattò di un raid organizzato in pochissimo tempo che vide protagonisti otto membri della famiglia Fontana, arrestati ieri dalla polizia di Stato dopo un blitz in mattinata. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, G. Fontana, che aveva solo 16 anni nel 2016, si rese protagonista di una lite sul lungomare stabiese con un altro ragazzo. Quest'ultimo venne difeso da Gaetano Cavallaro, giovane di Scanzano al momento in carcere. Un affronto che non poteva passare inosservato: fu così che G. Fontana tornò nella sua abitazione all'Acqua della Madonna, a pochi passi del cantiere, e raccontò il tutto. I suoi familiari, allora, decisero che era arrivato il momento giusto per compiere il rito di iniziazione per il giovane 16enne. Le donne della famiglia recuperarono le armi (bastoni e pistole) da alcune barche lasciate sul porto e diedero avvio alla spedizione punitiva. Così, a bordo dei loro scooter, si recarono tutti lungo corso Garibaldi alla ricerca di Gaetano Cavallaro che stava seduto all'esterno di un bar. Ad avvicinarsi fu proprio il 16enne che puntò al petto del giovane ma ebbe un momento di esitazione: probabilmente la paura lo spinse a non premere il grilletto, almeno in un primo momento. Il 16enne, però, fu invogliato a sparare dal cugino Alfonso - «Sparalo, sparalo!» disse, in stile Gomorra - e fu così che decise di colpire alle gambe il suo rivale. Nel frattempo giunsero sul posto anche alcuni amici e il fratello di Cavallaro che furono aggrediti con i bastoni dai Fontana che poi scapparono via. Sia il momento della preparazione, che il successivo raid, furono ripresi dalle telecamere di videosorveglianza del Comune di Castellammare, fondamentali per assicurare alla giustizia i colpevoli. Tuttavia, sono stati necessari diversi mesi per identificare i colpevoli: subito dopo l'agguato, i membri della famiglia Fontana eliminarono tutti gli abiti da loro indossati durante quel blitz. Tutti tranne uno, Alfonso Fontana. A casa sua, infatti, sono stati ritrovati gli indumenti che il giovane, oggi 19enne, indossò al momento del raid. Per la polizia di Stato, quindi, dopo oltre un anno di lavoro, non ci sono stati più dubbi e hanno arrestato i membri della famiglia Fontana che si resero protagonisti del folle gesto in una affollata domenica in villa comunale. Un raid che servì a G. per compiere il suo rito di iniziazione ed entrare così ufficialmente nel mondo criminale: su questo gli inquirenti non hanno dubbi.

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