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Castellammare - Omicidio Fontana, chiesto l'ergastolo per l'imputato

Il processo entra nella fase finale: la Procura punta sulla premeditazione e sul metodo mafioso per la massima pena.

tempo di lettura: 2 min
di Alessio Esposito
26/02/2025 13:13:50

Era una sera come tante a Torre Annunziata, quando il rumore assordante di colpi di pistola squarciò il silenzio. Corso Umberto si trasformò in un teatro di sangue e paura: Alfonso Fontana cercava riparo dietro ad una vettura per sfuggire ai proiettili, mentre dietro di lui, con passo sicuro e pistola in pugno, il suo carnefice non gli lasciava scampo. In pochi istanti, tutto era finito. Ora, a distanza di un anno da quella notte, la giustizia è chiamata a pronunciarsi.

Si avvia verso la conclusione il processo per l’omicidio di Alfonso Fontana, il 24enne ucciso a colpi di pistola lo scorso febbraio a Torre Annunziata. Ieri mattina, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Napoli, la Procura ha chiesto il massimo della pena per Catello Martino, 52 anni, ritenuto il mandante ed esecutore materiale del delitto. A sostenere l’accusa sono stati i sostituti procuratori Giuseppe Cimmarotta e Valentina Sincero, che in un’arringa durata oltre due ore hanno ripercorso gli elementi dell’inchiesta, puntando sulla premeditazione e sul metodo mafioso dell’omicidio.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno fornito una ricostruzione della dinamica dell’agguato. Era la sera del 7 febbraio 2024, quando Fontana venne raggiunto da un commando di quattro uomini su due scooter lungo corso Umberto. A scendere da uno dei mezzi, con una pistola in pugno, sarebbe stato proprio Martino, come ricostruiscono gli inquirenti. L’ultima sequenza del video mostra il 24enne ormai allo stremo, mentre cerca di ripararsi dietro un’auto in sosta. Ma il killer lo raggiunge e gli spara un colpo fatale alla testa prima di dileguarsi.

Il filmato dell’esecuzione, diffuso sul web poco dopo il delitto, è stato mostrato in aula come prova. Già nei mesi scorsi, il peso delle prove aveva portato all’accelerazione del processo con giudizio immediato, dopo che era stata respinta la richiesta di rito abbreviato.

Con 24 testimoni chiamati dall’accusa, il processo ha messo in luce il contesto criminale in cui è maturato l’omicidio e i rapporti tra i protagonisti della vicenda. Nonostante il tentativo della difesa di smontare l’impianto accusatorio, la Procura è rimasta ferma sulla ricostruzione iniziale.

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