“La vita cambia in fretta. La vita cambia in un istante. Nel bel mezzo della vita, noi siamo nella morte”. “Che la terra ti sia lieve zio, salutami papà”. Con queste frasi, la prima citando Joan Didion, inizia e si conclude il lungo post social pubblicato ieri mattina da Raffaele Tommasino, figlio di Gino, conigliere comunale ucciso barbaramente dalla camorra nel febbraio del 2009.Nipote del dottor Giovanni Tommasino, medico apprezzatissimo in città deceduto sabato mattina dopo essere stato contagiato dal covid-19.
«La morte ai tempi del Covid è ancora più spietata, anche per chi rimane – dice Raffaele - Si parla di numeri, ma non delle persone, delle loro famiglie, della loro storia. Ognuno sta vivendo in casa e in isolamento la condizione del lutto e della perdita legato alla morte». Morti rese ancora più amare dall’impossibilità di rendere l’ultimo saluto a chi ha lasciato prematuramente e terribilmente questo mondo. «La mancanza del funerale – spiega Raffaele - è ulteriormente traumatica perchè è un rito di passaggio che consente di chiudere una pagina a livello emotivo, di prepararci e iniziare lentamente a rielaborare il lutto. Ora non c’è nulla, solo il silenzio».
Lo stesso avvenuto con lo zio Giovanni, morto nell’ospedale di Scafati, e senza che gli stessi familiari ed i tantissimi amici potessero rendergli l’ultimo saluto. Un saluto che, ai tempi del coronavirus, si trasforma in virtuale.
Una lotta, quella al terribile virus, che stanno combattendo in prima linea soprattutto i medici e gli infermieri. A Castellammare, in particolare, lo stanno facendo a mani nude. «Professionisti che stanno mettendo in campo un’umanità enorme, tutto oltre il senso del dovere – ricorda Raffaele - Una lotta combattuta, insieme agli infermieri, anche dai medici di famiglia. Un carico di lavoro senza precedenti che lascia segni profondi». Una lotta che ha combattuto anche suo zio Giovanni che non si è tirato indietro difronte all’invisibile nemico.
E così Raffaele ritorna a tirare in ballo lo Stato. «Come può lo Stato chiedere loro di essere eroici dimenticandoci delle fragilità umane con cui anche loro devono convivere?».
Quindi i ringraziamenti «a nome della famiglia Tommasino alla comunità Stabiese, che in questi giorni ci è stata molto vicina. Una Castellammare che non si ferma, perché non può fermarsi. Che la terra ti sia lieve zio, salutami papà».