Castellammare - La città nella morsa dei clan D'Alessandro e Cesarano: il rapporto della Direzione Investigativa Antimafia
Decine di arresti e interdittive alle ditte in odor di camorra I dati del secondo semestre 2023
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30/11/2024 08:10:15
La presenza dei clan Cesarano e D'Alessandro continua a rappresentare una minaccia per la stabilità economica e sociale di Castellammare di Stabia. A confermarlo l’ultima relazione semestrale del Direzione Investigativa Antimafia (DIA), relativa al secondo semestre del 2023. Un periodo in cui il contesto stabiese è stato più volte oggetto di attenzione per la presenza di organizzazioni criminali legate alla camorra, evidenziando come la città sia un crocevia strategico per diverse organizzazioni criminali camorristiche, con la periferia nord sotto l’influenza del clan Cesarano e il resto della città dominato dai D'Alessandro. Il rapporto della DIA ha documentato la loro attività, con operazioni che vanno dal traffico di stupefacenti all'estorsione, e mette in luce le azioni di contrasto messe in atto dalle forze dell'ordine.
Clan Cesarano: una rete estesa tra Castellammare, Pompei e Scafati
Le indagini hanno evidenziato come il clan Cesarano avesse sviluppato una rete di affari illeciti che sfruttava anche legami con imprenditori locali compiacenti. La pratica delle estorsioni rappresenta una delle principali fonti di reddito per il clan, che opera esercitando un controllo rigido su attività commerciali e cantieri edili. Questo gruppo criminale, attivo tra Castellammare, Pompei e Scafati, ha dimostrato una capacità organizzativa capillare, caratterizzata dalla gestione di estorsioni e dal controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Clan D'Alessandro: la paura dietro il dominio territoriale
La struttura del clan è caratterizzata da una gerarchia rigida, e la sua forza risiede nella capacità di intimidazione e nella penetrazione nel tessuto economico. Le estorsioni e l’infiltrazione negli appalti pubblici sono le attività principali. La DIA ha evidenziato come il clan riesca a mantenere un controllo pervasivo senza ricorrere sempre alla violenza diretta, ma sfruttando la paura e l’omertà. L’attività investigativa, inoltre, avrebbe documentato l’esistenza e l’operatività di progetti di investimenti in attività produttive da realizzare ad Acerra, mediante legami crimino-affaristici con esponenti dei clan locali.
Infiltrazioni economiche e appalti pubblici
Uno dei punti cruciali della relazione riguarda l'infiltrazione delle organizzazioni mafiose negli appalti pubblici e nel tessuto economico, spesso sfruttando professionisti compiacenti per il riciclaggio di denaro attraverso false fatturazioni e aziende fittizie. L’obiettivo principale dei clan, a Castellammare come altrove, consiste nell’aggiudicarsi i contratti relativi a opere pubbliche, spesso avvicinando funzionari pubblici disposti ad agevolare l'assegnazione di progetti. Entrambi i clan sono così particolarmente attivi nel settore degli appalti pubblici e dell’edilizia, con le indagini hanno rivelato che alcune imprese locali, vicine alle cosche, si aggiudicano lavori grazie alla pressione esercitata sui concorrenti e alla corruzione di funzionari pubblici. Questo ha spinto le autorità a emettere diverse interdittive antimafia per prevenire ulteriori infiltrazioni nei confronti di società operanti in diversi settori, dalla ristorazione all’edilizia.
Il contrasto alla camorra: le operazioni
Nel corso del semestre, diverse operazioni condotte dalla DIA e dalle forze dell'ordine hanno portato all'arresto di figure chiave delle organizzazioni criminali attive nel territorio stabiese. Tali interventi, supportati da sofisticate tecnologie investigative e da una solida cooperazione tra le forze dell'ordine, hanno consentito di infliggere colpi significativi alle reti mafiose. Sequestri di beni e arresti hanno contribuito a indebolire la capacità operativa delle cosche.
Il 19 aprile 2023 l’arresto del nipote di Luigi detto “O’ profeta” reggente del clan Cesarano, per spaccio di stupefacenti. Pochi mesi dopo, a luglio, un’altra importante operazione ha colpito la stessa famiglia camorristica, portando all'arresto di 19 persone accusate di reati come associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga. Tra questi, in manette, finirono alcuni dei presunti vertici della cosca criminale stabiese come Vincenzo Cesarano, detto “O Mussone”, cugino degli storici vertici del clan Ferdinando e Gaetano Cesarano, Luigi Belviso e Giovanni Cafiero, genero dello stesso Gaetano Cesarano.
Il 13 ottobre 2023, un’operazione delle forze dell'ordine ha portato all’arresto di Antonio Occidente, affiliato alla cosca, per gli omicidi di Giuseppe Zingone e del cognato Massimo Del Gaudio durante la faida tra il clan D’Alessandro ed il clan Omobono-Scarpa, 19 anni dopo il duplice assassinio.
Sfide future e ruolo della prevenzione
Nonostante i successi ottenuti, Castellammare è al centro di una battaglia complessa tra legalità e crimine organizzato, con la relazione che sottolinea la necessità di mantenere alta la guardia. Le mafie si adattano rapidamente e diversificano le loro attività illecite, approfittando delle vulnerabilità del sistema economico. La prevenzione rimane un elemento cruciale, così come la diffusione di una cultura della legalità, soprattutto tra le giovani generazioni. Iniziative educative e protocolli di intesa tra istituzioni locali e forze dell'ordine sono fondamentali per ridurre l'influenza della criminalità organizzata.
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