Nell'occhio del ciclone per la vicenda relativa ai presunti accordo pre-elettorali che avrebbero condizionato le assunzioni degli stagionali, la Buttol ieri si è resa protagonista di una storia a lieto fine. Antonio D'Apice, 51enne ex dipendente della Multiservizi licenziato a marzo dalla Buttol per aver superato i termini di comporto al fine di curare la leucemia che lo affliggeva dall'estate 2013, è stato infatti reintegrato nel personale dell'azienda e tornerà dunque a svolgere il lavoro che la malattia e la burocrazia gli avevano sottratto. D'Apice ha ricevuto nelle scorse settimane numerosi attestati di solidarietà, in primis da parte dei suoi colleghi che lo hanno accompagnato nella protesta messa in atto il 18 giugno, quando si è incatenato al cancello della ditta per sensibilizzare la popolazione sull'assurda vicenda di cui è stato tristemente protagonista e vittima. L'operatore ecologico, dopo aver vinto la sua battaglia contro la leucemia, si era visto recapitare la lettera di licenziamento dal postino, una beffa che lo ha costretto a intraprendere un'altra lotta per vedere rispettato il suo diritto al lavoro e per garantire sostentamento alla sua famiglia. «Il postino ha bussato alla mia porta consegnandomi la lettera - aveva spiegato D'Apice tre mesi fa -. Sono stato assunto dalla ditta Multiservizi in concomitanza con la sua fondazione e non ho mai marcato visita, come emerge dal mio storico di servizio. Il mio calvario ha avuto inizio quando un giorno il direttore mi convocò per spiegarmi che avrei dovuto sospendere immediatamente la mia attività lavorativa, in quanto i valori del mio sangue risultavano alterati. In un primo momento ho pensato si trattasse di uno scherzo, poi ho scoperto di essere affetto da mielodispalsia, una forma di leucemia che stava mettendo in pericolo la mia vita. Ho effettuato le chemioterapie a Pagani e dopo un anno e mezzo ho ricevuto il trapianto di midollo. Nel frattempo, sono venuto a conoscenza del fallimento della Multiservizi, ma tutti mi hanno rassicurato dicendomi che potevo proseguire le cure presentando all'azienda i certificati medici. Oggi, invece, mi tocca constatare questa amara sorpresa». E invece, dopo tre mesi di sofferenza, D'Apice è riuscito a vincere quest'altra battaglia, grazie anche alla comprensione dei vertici aziendali, al contributo dei sindacati e all'intercessione del sindaco Antonio Pannullo, mostratosi sensibile alla sua causa sin dal primo momento. L'assunzione di D'Apice, tra l'altro, ha una valenza ancora maggiore in questa fase che precede l'ormai imminente passaggio di cantiere da Buttol ad Igiene Urbana, l'azienda che si è aggiudicata la gara europea con appalto quinquennale e che, con ogni probabilità, andrà ad assorbire tutto il personale già formato sul territorio che attualmente è incorporato nelle fila della stessa Buttol. I colleghi di lavoro hanno infatti agevolato il suo reintegro nel personale dell'azienda, rinunciando ognuno ad un'ora del proprio stipendio per garantirgli la mensilità finché non subentrerà la nuova ditta e D'Apice sarà assunto regolarmente. Un atto di clemenza e di solidarietà che in questi tempi cupi per la città non può certamente passare inosservato.
Il tecnico delle vespe entusiasta per la qualificazione ai Play Off, ma avverte: «Il focus è sul presente. America? È il viaggio che conta. Buglio? L'infortunio è meno grave del previsto, è un giocatore essenziale per noi.»