Una stesa, il rumore degli spari che ha rotto il silenzio notturno, i vetri frantumati di un’attività imprenditoriale, lo spettro del racket che aleggia sul territorio. La notte di via Schito a Castellammare di Stabia si è trasformata in un incubo. Il rumore dei colpi e il fragore dei vetri in frantumi ha trasformato la quiete in un infermo: paura, allarme e l’intervento dei carabinieri, che hanno raggiunto il luogo, chiuso la strada e avviato le prime indagini.
L’episodio riporta drammaticamente in primo piano la questione della sicurezza e del controllo del territorio in un momento in cui Castellammare sembra stretta nella morsa di fenomeni sempre più frequenti di violenza criminalità. La città, in bilico tra l’esigenza di risalire la china e il bisogno urgente di ritrovare la serenità, vive giorni difficili. L’ipotesi del racket, un male sotterraneo, un sistema di controllo che sfida la presenza dello Stato e delle istituzioni. Un territorio, ora segnato da questo episodio, che rischia di essere simbolo di una contrapposizione tra chi opera alla luce del sole e chi cerca di imporre la propria forza nell’ombra. Mentre la città attende risposte per tornare a guardare al futuro senza il peso di una paura costante.
«Questa vittoria ci restituisce leggerezza, questi 22 punti rappresentano un sogno» spiega il tecnico. «Prima della partita avevamo stretto un patto con i tifosi della Curva Sud, volevamo vincere per Castellammare. Dedico questi 3 punti a mia moglie, così evito di farle il regalo di compleanno»