La funivia del Faito rischia di rimanere chiusa per l’intero anno 2020. La riapertura della “panarella”, infatti, potrebbe slittare direttamente al prossimo anno a causa dell’emergenza coronavirus in atto e delle relative restrizioni in essere.
A spiegarlo a StabiaChannel è stato direttamente Tristano Dello Joio, presidente dell’Ente Parco dei Monti Lattari. «Per ora abbiamo rinviata la riapertura dell’impianto a Luglio – dice – La speranza è che le condizioni sanitarie consentano a più persone di viaggiare all’interno della cabinovia. Se dovessero permanere particolari restrizioni, con un limite massimo di 5 o 6 persone al massimo che possono viaggiare contemporaneamente all’interno della cabina, diventa complicato riuscire poi a coprire poi i costi di esercizio dell’impianto».
Ecco, quindi, che appare sempre più probabile uno slittamento al nuovo anno della riapertura dell’impianto che collega Castellammare di Stabia con Monte Faito. Una decisione doloroso che, però, appare inevitabile. Anche al termine del lockdown, infatti, la ripresa sarà lenta e a scaglioni. Sia per le attività commerciali che per quelle relative al tempo libero e allo svago. Probabile che sarà data la possibilità ai cittadini di riprendere ad uscire ed a frequentare gli spazi pubblici, magari con le forze dell’ordine a presidiare che nello stesso momento non ci siano troppi individui nella stessa area. Dovranno comunque continuare ad essere rispettare le distanze minime di sicurezza, e questo appare ovviamente complicato all’interno di un mezzo di trasporto molto piccolo come può essere quello di una funivia.
Una brutta notizia per gli operatori economici del Faito che appena lo scorso anno stavano intravedendo una lenta ripresa dopo anni in cui sono stati falcidiati da incendi e dalla chiusura proprio della Funivia.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»
