Cronaca
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Castellammare - Estorsioni e minacce, Lambiase e Maragas puntavano sulla paura degli imprenditori

Si fidavano del muro di omertà e del terrore dei commercianti. Ma le forze dell'ordine erano da tempo sulle loro tracce

tempo di lettura: 2 min
di Gennaro Esposito
09/06/2019 17:22:01

Portavano avanti i propri affari per conto dei Cesarano senza preoccuparsi minimamente delle forze dell'ordine. Si fidavano del muro di omertà del quartiere e della paura degli imprenditori che, per timore di ripercussioni personali, non hanno denunciato le pressioni dei tre. Giovanni Lambiase, Antonio e Giuseppe Maragas erano convinti di poter controllare il business delle estorsioni ancora a lungo non avendo fatto i conti con le forze dell'ordine che da tempo erano sulle loro tracce. I carabinieri del Nucleo Operativo e gli agenti della polizia di Stato avevano già raccolto numerose prove schiaccianti nei loro confronti e li hanno infatti arrestati lo scorso lunedì mentre stavano intascando il pizzo in un bar di traversa Varo, a Castellammare di Stabia.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre avevano dato inizio alle attività estorsive lo scorso novembre quando i pluripregiudicati Maragas e Lambiase lasciarono il carcere. Si muovevano per conto dei Cesarano nonostante avessero formato una cosca nuova nel panorama criminale che aveva la sua base nel rione Cmi. Quando si recavano dagli imprenditori (chiedendo somme dai 2mila ai 3mila euro) si presentavano sempre a nome dei "ragazzi di Ponte Persica" per ribadire la propria appartenenza camorristica. E di fatto imponevano il silenzio ai commercianti con minacce e spesso anche violenze fisiche. Non sarebbero infatti mancati dei pestaggi a coloro che si rifiutavano di pagare il pizzo. Un clima di terrore che di fatto ha allontanato le denunce e alimentato l'omertà che di fatto li proteggeva nel corso dei loro affari. Almeno fino allo scorso lunedì.

L'ennesima operazione delle forze dell'ordine ha confermato un dato importante: a Castellammare tutti pagano il pizzo ma nessuno denuncia. La paura dei commercianti spesso è troppo grande tanto che molti preferiscono pagare invece che affidarsi alla giustizia e far arrestare i propri estorsori. Ma così facendo il fenomeno difficilmente sarà abbattuto ed è per questo che le forze dell'ordine, in sinergia con l'associazione SOS Impresa, che gestisce il Circolo della Legalità e da sempre in prima linea contro il racket e l'usura, sono a lavoro per organizzare degli incontri per sensibilizzare la popolazione e il mondo dell'imprenditoria. Denunciare si può e conviene: è l'unico modo per combattere l'influenza della camorra.

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