Gli operai resistono, non mollano e continuano il proprio presidio all'esterno della fabbrica, ormai giunto al dodicesimo giorno. Ma l'azienda d'altro canto non indietreggia, rimane fissa sulle proprie posizioni intenzionata a chiudere la fabbrica di corso Alcide De Gasperi. È un vero braccio di ferro fra le tute blu stabiesi e la famiglia Fontana, proprietaria dello stabilimento Meridbulloni di Castellammare di Stabia che rischia la chiusura dal prossimo mese di gennaio. I lavoratori hanno già ricevuto la raccomandata che comunica loro il trasferimento presso un'altra fabbrica in provincia di Torino, pena il licenziamento. Una decisione però che gli operai non accettano. Dopo l'incontro che si è tenuto ieri mattina fra i vertici aziendali e i sindacati, è stata ribadita nuovamente la posizione delle tute blu: «L'unica soluzione percorribile è una immediata riapertura. Siamo pronti a portare la nostra posizione ai tavoli regionali e nazionali perchè questi lavoratori non meritano questo vile attacco».
E il tavolo regionale nel frattempo è stato convocato. Agli inizi di gennaio il gruppo Fontana dovrà discutere di Meridbulloni nei palazzi della Regione Campania alla presenza anche degli operai. In quell'occasione si proverà ad aprire una trattativa per evitare la chiusura e il trasferimento dei dipendenti. Intanto gli operai continuano ad incassare solidarietà non solo dai cittadini stabiesi ma anche dai colleghi della Whirlpool di Napoli, da mesi in protesta contro la società e contro il governo per i licenziamenti di massa. Nella giornata di ieri una delegazione si è presentata all'esterno della Meridbulloni per incitare e scambiare opinioni con gli operai stabiesi.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»