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Il 60% dei bus del trasporto pubblico gestito da EAV sono fermi. Se ne sono accorti da ieri gli utenti ed oggi l’azienda regionale punta il dito contro i dipendenti. «La motivazione di queste soppressioni è assolutamente pretestuosa – si legge nella nota EAV - Si ritiene che i bus improvvisamente non siano in condizioni di sicurezza. I bus che il giorno prima erano buoni oggi non sono più buoni. Questa protesta anomala di “scarto” di bus segue un picco di malattie registrato nei giorni scorsi, dove una improvvisa “epidemia” ha colpito un autista su tre».
Si tratterebbe di un’agitazione del personale legata alla messa in produzione di nuovi turni di lavoro per il personale operatore di esercizio. «I nuovi turni – spiega EAV - mirano progressivamente ad ampliare l’offerta ed a razionalizzare le attuali corse esistenti. Nel rispetto della vigente normativa in materia, la programmazione di nuovi turni a ripresa, di turni con nastri lavorativi maggiori nonché di turni con diversificazione dei punti di inizio e fine ha allarmato oltre modo il personale che ha avviato azioni di protesta che si stanno concretizzando in un anomalo incremento degli episodi di malattia del personale nonché nella segnalazione di pretestuose anomalie sugli autobus che di norma erano regolarmente impiegati mentre oggi vengono sistematicamente scartati dal personale».
Una scelta, quella di variare i turni di lavoro, dettata dall’esigenza della “tenuta dei conti aziendali e la necessità di aumentare la produzione chilometrica ed i servizi richiesti dalla Regione Campania” spiega il presidente Umberto de Gregorio. EAV ha quindi chiesto alla Prefettura un urgente incontro con le organizzazioni sindacali, INPS, forze dell’ordine e autorità competenti “poiché si possono configurare gli estremi di una interruzione di pubblico servizio”.
Che sia un treno rotto, un bus fermo per protesta del personale, tagli aziendali o altro, a farne le spese sono sempre i cittadini alle prese con un servizio ormai ai limiti della decenza.
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