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Castellammare - 100mila euro o il pestaggio: così i Cesarano minacciavano un imprenditore edile

L'arresto di Angelo Cascone è solo l'ultimo di una lunga serie: i Cesarano da anni sono i leader indiscussi nel settore delle estorsioni.

tempo di lettura: 2 min
di Gennaro Esposito
01/11/2018 15:05:17

Pagare 100mila euro subito oppure essere vittima di pestaggi e raid. Angelo Cascone aveva messo alle strette un imprenditore edile della periferia nord di Castellammare che non voleva abbassare la testa davanti alle prepotenze del clan Cesarano. Le rate non erano state rispettate (da 50mila euro l'una) e ora la cosca di Ponte Persica voleva tutto e subito. Ma l'imprenditore stabiese, per l'ennessima volta, ha rispedito al mittente le richieste della camorra ed è stato così che Cascone, in compagnia di altri tre uomini da identificare, ha deciso di pestarlo. Un gesto che per i membri dei Cesarano avrebbe garantito i soldi richiesti ma che in realtà ha spinto l'uomo alla denuncia. I fatti risalgono alla fine del 2017 quando l'imprenditore decise finalmente di recarsi in Commissariato e denunciare mesi di violenze, verbali e fisiche. L'indagine parte e si conclude pochi giorni fa con l'arresto di Angelo Cascone in attesa che gli inquirenti identifichino tutti gli altri membri del gruppo. 

Le estorsioni sono senza dubbio il business preferito dei Cesarano di Ponte Persica come dimostrano gli arresti e allo stesso tempo le condanne della magistratura. Lo spaccio di stupefacenti non interessa al clan stabiese: con le estorsioni, puntando sulla paura e sulla violenza, si può guadagnare di più e subito. Non questa volta. Fortunatamente il coraggio di un uomo ha fatto in modo che gli esattori della cosca venissero arrestati infliggendo un duro colpo a chi, dopo l'arresto di Luigi Di Martino o' profeta, il clan lo governa. Un modo di gestire gli affari diverso dai D'Alessandro i quali per anni si sono concentrati solamente sul mondo della droga, anche grazie ai legami che hanno con i Di Martino e le altre cosche napoletane. Solo negli ultimi anni, come testimoniato anche dalle inchieste Dia, si sono avvicinati alle estorsioni. A Castellammare, però, gli imprenditori che denunciano sono ancora pochi. Hanno paura di non essere tutelati dallo Stato e di finire nuovamente in balia dei clan temendo una loro reazione.

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