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Boscotrecase - Un tentativo di truffa con il superbonus è il movente dell'omicidio di Ariosto

Antonio Papa, reo confesso, avrebbe ucciso il suo strozzino Gaetano Ariosto perché esasperato a seguito delle insistenti richieste di consegnargli i soldi. Una truffa mancata per un bonus edilizio è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

tempo di lettura: 2 min
di red
05/03/2022 18:20:52

Un tentativo di truffa con il superbonus, che non ha funzionato. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Gaetano Ariosto in via Rio, a Boscotrecase, ad opera di Antonio Papa, assassino che ha confessato il delitto raccontando la sua versione dei fatti. Tormentato da Ariosto, strozzino a cui aveva chiesto in prestito dei soldi, Papa avrebbe perso la pazienza fino al punto da brandire la pistola e sparare un colpo mortale nei confronti del suo aguzzino. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata una truffa non riuscita per accedere al bonus del 100% per una ristrutturazione edilizia. Un’operazione che, a quanto pare, avrebbe posto fine ai tormenti ma che poi si sarebbe rivelata un flop, rinfocolando i turbamenti fra le parti e inducendo Papa a compiere l’omicidio in preda ad un raptus di follia. “Ero esasperato. Non volevo ucciderlo, ma ho avuto paura. La mia vita era diventata un inferno, ho portato l’arma perché volevo fargli capire quanto fossi disperato, poi ho sparato perché avevo paura potesse farmi del male. Già al telefono Gaetano Ariosto insisteva perché gli portassi subito i soldi, poi ha detto che al massimo avrei dovuto farlo entro sabato. Ma io non potevo e lui si è arrabbiato al punto da aggredirmi. Allora ho sparato”. Questa in sintesi la confessione che Papa ha rilasciato agli inquirenti, a cui ha raccontato di aver vissuto l’incubo di ritrovarsi invischiato in un debito insostenibile e in una vita di inferno nel vortice dell’usura. Nel frattempo, i carabinieri hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza per provare a ricostruire la dinamica dell’accaduto, ma intanto lo scenario appare sempre più chiaro, un vortice di usura e prestiti illeciti a tassi folli che ha prodotto un destino beffardo per la vittima e il suo assassino.

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