Cronaca
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Boscoreale - Sigilli ai beni del boss Annunziata

I carabinieri hanno sequestrato case e conti per oltre tre milioni e mezzo di euro alla famiglia di “ fonz 'o calabrese”.

tempo di lettura: 3 min
di Giuseppe D'Amore
22/07/2010 0.00.27

Ammonta a oltre tre milioni e mezzo di euro il valore dei beni patrimoniali sequestrati dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata ai familiari del boss Alfonso Annunziata, attualmente in carcere, noto anche come “Fonz 'o calabrese”. I militari, diretti dal capitano Luca Toti, hanno eseguito ieri il provvedimento, sequestrando sei diversi conti correnti bancari, ben dodici appartamenti e tre box destinati alle auto situati nella frazione Marchesa di Boscoreale. Sigilli anche a una villa multifamiliare, con una grande piscina, che vista dall’esterno sembra quasi inespugnabile: un fortino, più che una normale abitazione. I militari dell’arma, in particolare, hanno perquisito e sequestrato gli appartamenti in uso alla moglie 49enne di Annunziata e alla sorella di cinquanta anni. Sotto sequestro anche altre case, utilizzate come abitazioni dalle figlie del boss detenuto, una di 31 e una di 29 anni, più una nipote 25enne. Case, garage, conti correnti di vari istituti di credito, tutti i beni sequestrati ieri dalle forze dell’ordine sono riconducibili all’omonimo clan operante nell’area vesuviana, che insieme agli Aquino, altro clan della zona, aveva costituito un vero e proprio sodalizio criminale che per anni ha avuto il controllo degli affari illeciti sull’intero territorio. Ovviamente si è trattato di un provvedimento figlio di un’apposita ordinanza emanata dalla Procura di Torre Annunziata che, a sua volta, ha fatto seguito ad una capillare e approfondita indagine, volta proprio a dimostrare che ci fosse un collegamento tra l’immenso patrimonio - dal valore di diversi milioni di euro - in possesso della famiglia di Boscoreale e l’attività illegale del boss, che in particolare si concentra sullo spaccio di droga. In definitiva, dopo una serie di indagini tra il 2003 e il 2005, gli investigatori hanno potuto dimostrare che i beni posti ieri sotto sequestro erano frutto delle attività del clan, del quale Alfonso Annunziata è considerato il reggente. Il 54enne si trova attualmente in carcere: l’ultima volta fu arrestato nel 2006 in Olanda per traffico di stupefacenti. Proprio attraverso l’Olanda, infatti, passava la droga diretta in ogni parte d’Italia e soprattutto al nord del Paese, destinata al consumo “locale”. Oltre che nelle nazioni del Nord Europa, gli Aquino e gli Annunziata, con il boss Alfonso, in particolare vantavano contatti anche con la Colombia, altro importante canale per chi vuole costruire una holding dello spaccio di stupefacenti. E proprio di una holding si può parlare nel caso delle due famiglie affiliate di Boscoreale, da sempre protagoniste del controllo della vendita delle sostanze stupefacenti. Peraltro, finito in carcere Alfonso “'o calabrese” nel 2008 la carcerazione toccò al reggente dell’altra famiglia del sodalizio. Si tratta di Raffaele Aquino, di 41 anni, sottoposto agli arresti domiciliari nella casa di cura “Villa Chiarugi” di Nocera Inferiore. L’arresto è arrivato a seguito dell’operazione “Arma Letale” dello scorso 19 febbraio 2007 condotta dai carabinieri di Potenza, quando furono arrestate 18 persone. In quell’occasione il capoclan venne portato in carcere perché aveva violato le prescrizioni dei domiciliari: utilizzava il telefono cellulare e riceveva amici e parenti a cui offriva anche champagne. Aveva, insomma, trasformato la sua detenzione in una casa di cura in una specie di alloggio per le vacanze, dove si organizzavano brindisi e festeggiamenti. Sia Annunziata che Aquino sono in carcere dunque. Del patrimonio accumulato con le attività criminali beneficiavano solo i loro familiari, almeno fino ad ieri, quando i carabinieri hanno messo tutto sotto sequestro.

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