Tribunale di Torre Annunziata
Raid punitivo di primavera con un 19enne, arrivano sentenze e prime condanne per i quattro violenti: alla base del gesto motivi amorosi. Lo scorso maggio un adolescente di Boscoreale fu infatti brutalmente assalito da quattro persone, tra i quali successivamente si scoprì esserci anche un soggetto ritenuto vicino al clan Gallo-Limelli-Vangone. Durante il pestaggio il padre della vittima intervenne in soccorso del figlio per placare l'ira degli aggressori, ma anch'egli fu a sua volta picchiato dal branco.
Quello che fin da subito agli investigatori è sembrato essere un raid punitivo ben accurato, poi, si era chiuso con lo scippo di due catenine d'oro e la rapina di uno scooter per la fuga. L'episodio venne comunque ricostruito in fretta: i quattro violenti furono infatti arrestati, adesso sono stati condannati a pene tra i tre e i quattro anni di reclusione. Il branco - secondo quanto afferma la sentenza di primo grado - era capeggiato dal 20enne Marco Raffaele Falanga, detto 'lo scopone', figlio del boss Felice 'o castagnaro', del clan Gallo-Limelli-Vangone.
I carabinieri della stazione di Boscoreale, agli ordini del comandante Massimo Serra, avevano arrestato in flagranza di reato per la doppia aggressione e per rapina aggravata anche Carmine Angelo Perna (pregiudicato 24enne) e gli incensurati Gennaro Prete (24 anni) ed Emanuele Cirillo (18 anni). A bordo di un'auto noleggiata, i quattro avevano raggiunto l'abitazione della giovane vittima e atteso il suo rientro a casa. Poi il pestaggio violento.
Il 19enne riuscì fortunatamente a farsi sentire dal padre che, intervenendo, era stato malmenato dai quattro. "Volevano sparare", hanno raccontato le due vittime agli inquirenti, ma per fortuna è stata solo una minaccia. Dopo l'aggressione, la fuga in sella al motociclo con la refurtiva: due collanine d'oro. Il raid punitivo sarebbe scattato per una presunta relazione tra la vittima e la compagna di uno dei quattro. Lo scooter fu in seguito ritrovato e restituito al legittimo proprietario. Padre e figlio si sono costituiti parte civile al processo, concluso con la condanna in abbreviato per gli aggressori.
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