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Castellammare - Camorra e politica, l’allarme di Base Popolare: “Si rischia un nuovo commissariamento”

I Democratici e Progressisti escono dalla maggioranza e chiedono una svolta immediata: “Servono scelte chiare, basta coalizioni-ammucchiata. La città non può pagare ancora”.


Castellammare di Stabia rischia di essere risucchiata nuovamente in una spirale pericolosa, fino a una possibile nuova sospensione della vita democratica. È un atto di accusa duro e articolato quello contenuto nella nota diffusa da Base Popolare – Democratici e Progressisti, che oggi hanno ufficializzato l’uscita dalla maggioranza consiliare, chiamando in causa direttamente il sindaco, il Partito democratico e l’intero impianto politico che ha governato la città dopo lo scioglimento del 2022. Al centro dell’intervento c’è il tema del condizionamento camorristico, che – secondo il movimento – continua a permeare le attività economiche, il mondo delle professioni e i rapporti con la politica. Il punto non è, spiegano, un bilancio dell’azione amministrativa a 18 mesi dal voto del 2024, né il legittimo confronto sulle diverse ricette per affrontare i problemi cittadini. La vera domanda è un’altra: le scelte fatte sono state sufficienti a impedire nuove infiltrazioni anche nel “nuovo” Consiglio comunale? La risposta, per Base Popolare, è negativa. Gli avvenimenti più recenti, insieme allo scioglimento del 2022 e alle crisi amministrative che si susseguono dal 2010, dimostrerebbero che le soluzioni adottate sono state sbagliate. Una responsabilità che il gruppo riconosce anche a se stesso, pur rivendicando di aver segnalato per tempo, in modo leale, criticità e rischi al sindaco e alle forze politiche. Nel mirino finisce il modello delle coalizioni larghe, costruite per vincere ma incapaci di governare. Un’impostazione che avrebbe portato alle ultime elezioni a un’alleanza record: 14 liste e 336 candidati, presentata come esempio virtuoso di “campo largo”. Un modello che oggi, alla luce delle indagini, viene giudicato fallimentare. “Troppo semplice e comodo – si legge nella nota – distinguere ora tra responsabilità del Consiglio e quelle della Giunta”. La costruzione della coalizione, sottolineano, ricade inevitabilmente anche sul candidato sindaco, chiamato per legge a dichiarare i collegamenti con le liste che lo sostengono. Le critiche si estendono anche alla gestione politica successiva al voto. La difficoltà nel comporre la giunta avrebbe portato, secondo Base Popolare, al ricorso iniziale a una “finta giunta tecnica” per guadagnare tempo. Ma soprattutto sarebbe mancata, di fronte alle

inchieste in corso e al lavoro di forze dell’ordine, magistratura e mondo accademico – in particolare l’Università di Napoli e l’Osservatorio sulla Camorra – un’iniziativa forte per tutelare la città. La richiesta avanzata è chiara: un atto formale del sindaco al Consiglio comunale per chiedere l’invio della Commissione di accesso e, contestualmente, l’apertura di una verifica politica attraverso le dimissioni. Nel documento non manca una critica esplicita al Partito democratico, accusato di immobilismo e di non aver ancora chiarito la linea da seguire in una fase definita di “straordinarietà”. Una situazione che, secondo il movimento, rischia di alimentare confusione e di sminuire anche il valore di figure impegnate da anni nella lotta alle mafie, come Sandro Ruotolo, chiamato a candidarsi a Castellammare proprio dopo lo scioglimento. Accanto al tema della legalità, Base Popolare richiama questioni concrete rimaste senza un vero confronto politico: lo sviluppo dei quartieri, il futuro dell’apparato produttivo, i porti, le Antiche Terme e le sorgenti, l’appalto dei rifiuti, il rischio di perdere risorse del Pnrr e del Cis, la sanità e il depotenziamento dell’ospedale. Temi sui quali, denunciano, non si è mai riusciti ad aprire un dibattito serio, nonostante una mozione su sviluppo e partecipazione approvata dal Consiglio e poi rimasta senza seguito. L’uscita dalla maggioranza viene quindi rivendicata come un atto politico necessario per chiedere più trasparenza, coinvolgimento e partecipazione. “La città non deve dividersi sulla lotta alla camorra – affermano – che resta un cardine dell’agire comune”. Il rischio, altrimenti, è che l’astensionismo continui a crescere, lasciando ancora più spazio al voto controllato e al condizionamento criminale. Da qui l’appello finale a una svolta urgente: costruire un’unità ampia tra le forze sane della città, avere il coraggio di dire dei no, archiviare formule e “ammucchiate” ritenute inconcludenti e dannose. Alla magistratura spetta accertare responsabilità e collusioni, ma alla politica – a partire dal sindaco – viene chiesto di assumere decisioni immediate per evitare a Castellammare altri due anni di gestione commissariale. Un messaggio netto, che riapre il confronto politico in una fase delicatissima per il futuro della città.


sabato 13 dicembre 2025 - 15:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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