La Juve Stabia cade a Genova. Un calcio di rigore di Coda nella ripresa, il quarto consecutivo fischiato contro in trasferta, piega la resistenza delle vespe rimaste nella medesima circostanza in dieci uomini. Una sconfitta che lascia non poco amaro in bocca a mister Ignazio Abate. «Penso che abbiate visto un po’ tutti l’episodio – evidenzia il trainer gialloblù –, la partita è stata decisa da un rigore molto discutibile assegnato dopo che l’arbitro da 5 metri aveva fatto una scelta ben diversa. Non so dopo 6 minuti al Var cosa abbiano visto, ciò che è certo è che ogni volta che andiamo in trasferta ci viene fischiato un penalty contro. Meritiamo un po’ di rispetto anche noi per il lavoro svolto quotidianamente. Non mi piace parlare degli arbitri, poi si arriva ad un certo punto che non si sa davvero cosa pensare. Al di là del rigore, non mi è affatto piaciuta la conduzione della gara. Era una partita maschia tra due squadre che si giocavano tanto. Sappiamo che per conquistare la salvezza occorr
erà arrivare a 46 punti e sarà complicatissimo». L’attenzione si sposta poi sull’analisi tattica. «Avevamo prearato così il match, avendo studiato la Sampdoria sapevamo che nei primi 25 minuti sarebbero partiti forte anche grazie alla spinta di questo splendido stadio. I ragazzi hanno tenuto botta, poi i ritmi si sono abbassati e siamo cresciuti guadagnando campo. Dal punto di vista tecnico nel primo tempo avremmo dovuto avere più pazienza con la palla tra i piedi. Nella ripresa, fino all’episodio del rigore, siamo partiti molto bene. Successivamente, anche restando in dieci uomini, la squadra ha giocato un’ottima gara cercando di restare alta e creare occasioni per il pareggio. L’aver concesso qualcosa è stato una conseguenza dell’espulsione. Mi porto dietro lo spirito e l’unione di questo gruppo, queste rappresentano la base per conquistare la salvezza. Domenica affronteremo la capolista Monza, una grande squadra. Sfida difficile, venderemo cara la pelle sicuramente». Testa alla prossima.