Napoli Calcio

Napoli - Lorenzo Lucca si presenta: «Napoli è sempre stata la mia prima scelta»

L’attaccante classe 2000 parla per la prima volta da giocatore azzurro: «Sono qui per aiutare il gruppo con le mie qualità»

di Giovanni Minieri


   Foto: Ssc Napoli

Nel ritiro di Dimaro, Lorenzo Lucca ha parlato in conferenza stampa per la prima volta da nuovo attaccante del Napoli. Emozionato ma lucido, il centravanti ex Udinese e Ajax ha raccontato le sue prime impressioni, l’emozione di vestire la maglia azzurra, l’importanza del lavoro con Antonio Conte e il desiderio di crescere sotto ogni punto di vista. Dal rapporto con Lukaku al sogno Champions, passando per la fame nata dalla gavetta. Lucca si è mostrato determinato e con le idee chiare: “So da dove vengo e dove voglio arrivare”
 
Inserimento nel gruppo

"Fin dal primo giorno mi sono sentito parte di una squadra unita. L’accoglienza da parte di tutti, dallo staff tecnico ai compagni, è stata fantastica. Si respira un clima positivo, di condivisione e rispetto reciproco. Siamo tutti concentrati su un solo obiettivo: dare il massimo per questa maglia".

Il valore dell’allenatore

"Non sta certo a me giudicare un allenatore con un palmares come quello di Antonio Conte. Ha vinto tanto, sia in Italia che all’estero, e la sua esperienza si percepisce in ogni dettaglio. Per me è un’occasione di crescita continua, soprattutto sotto il profilo mentale e tattico, che rappresenta uno dei suoi punti di forza principali".

Il confronto con Lukaku

"Giocare con un attaccante come Romelu è un onore. È un punto di riferimento: ha fatto e continua a fare una carriera importante. Osservarlo, allenarmi con lui e potermi confrontare quotidianamente è uno stimolo enorme. Non vedo l’ora di condividere il campo con lui".

La scelta Napoli

"Con il mister ci siamo sentiti in estate. Mi ha chiesto come stessi e mi ha illustrato nei dettagli del progetto. Napoli è sempre stata la mia prima scelta. Il direttore, il presidente e lo stesso allenatore mi hanno voluto con determinazione. Questo per me è l’inizio di un percorso che, se lavorerò bene, potrà portarmi anche in Nazionale, magari fino al Mondiale. Ma tutto dipenderà dal lavoro quotidiano".

Mentalità e obiettivi

"L’unica cosa su cui sono davvero focalizzato è migliorare negli aspetti dove sono ancora carente. Gli obiettivi personali li ho chiari, ma non mi fisso un numero di gol. Porsi un obiettivo del genere può solo creare pressioni inutili. Preferisco pensare partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, e alla fine si tireranno le somme".

Il contributo alla squadra

"Sono qui per aiutare il gruppo con le mie qualità. Energia, disponibilità e concentrazione: questo è ciò che voglio portare ogni giorno. Mi metterò al servizio della squadra per dare il mio contributo alla causa".

Crescita e maturazione

"All’Udinese sono cresciuto molto, stagione dopo stagione. Ma so che posso fare ancora meglio, specialmente nel gioco collettivo. Prima ero troppo focalizzato sul gol, ma ora ho capit

o che la squadra viene prima. Con Conte ho iniziato a lavorare, mi ha già dato indicazioni su come muovermi in area. Anche Lukaku mi ha dato consigli preziosi. Sono cose che apprezzo molto".

Il sogno diventato realtà

"In tanti mi chiedono perché non abbia scelto il basket, ma il calcio è sempre stato il mio sogno. Giocare oggi con calciatori che solo qualche anno fa guardavo in tv è una soddisfazione enorme. So da dove sono partito e dove voglio arrivare, e questo mi dà grande motivazione".

Caratteristiche tecniche

"Mi considero un attaccante atipico, capace sia di venire incontro che di attaccare la profondità. Sto lavorando per migliorare l’intesa con i compagni. Gli assist sono parte fondamentale del mio ruolo, devo imparare a leggere meglio certe situazioni. Il colpo di testa è uno dei miei punti forti, ma non è l’unico: l’anno scorso ho segnato sia di testa che con i piedi. Voglio migliorare lavorando anche fuori dall’orario di allenamento, restando in campo per esercitarmi".

Fiducia e serenità

"Il mister rappresenta una guida solida. È la mia prima esperienza in una piazza così importante, ma sono sereno. So da dove vengo, conosco i miei obiettivi. Devo solo mettermi a disposizione e seguire le indicazioni per crescere".

L’esperienza all’Ajax

"Il mio anno all’Ajax, seppur complicato, mi ha insegnato molto. Non giocare, stare lontano da casa, affrontare momenti difficili... tutto questo ti forma. Porto con me quell’esperienza, ma oggi la mia testa è solo sul Napoli".

Vita fuori dal campo

"Non ho troppi hobby, ma quando posso mi rilasso giocando a padel o trascorrendo del tempo con gli amici e la famiglia. I festeggiamenti dello scudetto sono stati incredibili e riviverli sarebbe un sogno. Sono concentrato su questo obiettivo".

La gavetta

"Ho iniziato presto, a 14-15 anni, confrontandomi con adulti nei campionati minori. In quei contesti il giovane è spesso visto con diffidenza, ma proprio lì si forgia il carattere. Quelle esperienze mi hanno dato grinta e consapevolezza. Quanto al numero di maglia? Molto semplice: 7+2 fa 9. Romelu ha già il 9, ed era giusto così".

Posizione in campo

"In passato ho giocato sia da riferimento unico che in coppia con un altro attaccante. Se il mister mi chiederà di a giocare accanto a Lukaku, o da punta unica, sarò felice comunque. L’importante è restare compatti, perché ci aspetta una stagione fondamentale".

Famiglia e Champions

"Le persone che mi hanno sempre supportato sono la mia famiglia: mio padre, mia madre e mio fratello. Ricordo che ad Amsterdam ero in panchina anche contro il Napoli. Ma quando ho sentito l’inno della Champions al Maradona ho provato un’emozione fortissima. Non vedo l’ora di poterlo vivere da protagonista".


lunedì 21 luglio 2025 - 22:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



Gli ultimi articoli di Napoli Calcio