Juve Stabia

Juve Stabia - Intervista ad Emanuele Tremante, leader del tifo organizzato stabiese

Direttamente dal Menti, un memorabile botta e risposta da noi ideato per divulgare abitudini, stile, mentalità e punti di vista di quella parte della Juve Stabia scarsamente rappresentata dal sistema mediatico.

di Catello Cuomo


Siamo ospiti del Romeo Menti. Vi parliamo direttamente dalla curva san Marco: a fare gli onori di casa un Emanuele Tremante fiero di raccontarci il suo mondo. È il leader del tifo organizzato stabiese, l'idolo indiscusso di migliaia di supporter. Con lui daremo voce a quel pezzo di Juve Stabia che non viene mai interpellato dai media: la vita e lo stile degli ultras non sono di dominio pubblico ma cercheremo di aprire una finestra attraverso cui mostrarne i tratti essenziali.
Tremante, aiutaci a conoscere il vostro mondo: quali sono i tuoi collaboratori più fidati? "Ci tengo a citare Massimo detto o'mericano, 'zio Angelo', Vincenzo, 'Gigione', i ragazzi dei cantieri e tanti altri: abbiamo creato una vera e propria famiglia nella nostra curva".
Quante volte vi incontrate al di fuori della curva? "Una volta a settimana ci riuniamo per parlare della nostra tifoseria organizzata e della Juve Stabia in generale. L'appuntamento fisso è quello del martedì, quando discutiamo sul modo in cui sostenere la squadra durante la partita".
Nel corso dell'anno avete in programma riunioni con i giocatori e lo staff tecnico? "Quest'anno in particolare siamo andati a parlare con i giocatori più del solito, a causa della sfortunata stagione ricca di insoddisfazioni che ci ha portato a recarci negli spogliatoi tante volte purtroppo. Un vero tifoso è sempre presente anche in questi momenti, però la brutta esperienza di quest'anno ci spinge quasi a valutare l'ipotesi di non andare più a incontrare i ragazzi nello spogliatoio, più che altro per una questione di scaramanzia: quest'anno abbiamo discusso tantissimo con la squadra e alla fine siamo retrocessi".
Nella scelta di cori e striscioni c'è massima democrazia e tutti i membri del gruppo possono presentare proposte? "Non proprio. Tutti devono sempre rispettare le gerarchie. Noi della nuova generazione siamo qui a fare sacrifici per i nostri colori e pertanto pretendiamo rispetto! Io e i miei collaboratori più fidati sudiamo dalla mattina alla sera per preparare le varie iniziative, quindi se un qualsiasi ragazzo della curva ha intenzione di proporre qualcosa, allora con grande rispetto deve necessariamente mettercene al corrente e poi eventualmente ottenere la nostra approvazione: solo in questo modo il pensiero di un tifoso comune può diventare obiettivo condiviso da manifestare, ad esempio, in uno striscione".
Nei vostri cori c'è ampio spazio per la commemorazione dei defunti e la solidarietà verso i diffidati: il vostro credo non è la violenza ma l'amore fraterno? "La curva è fatta di fratellanza vera. Rivolgiamo sempre cori ai defunti: ci rattrista che un ragazzo come Nino (e mi viene la pelle d'oca nel pronunciarne il nome) che ha condiviso con noi tanti momenti non abbia potuto ricevere insieme a noi la notizia della promozione in Serie B giunta da Roma mentre ci trovavamo al Romeo Menti a seguire l'incontro col maxi-schermo. Lui era sempre uno di noi, presente ad ogni trasferta. Ed ora lo ricordiamo nei nostri cori ad ogni partita ed è molto bello vedere tanti bambini per strada intonare questo coro dedicato a Nino, un ragazzo che meriterebbe di far parte ancora delle nostre vite. Altri cori li abbiamo dedicati alla memoria di Agostino: ricordo come fosse ieri quella sera a Firenze che per noi doveva rappresentare un evento storico, glorioso e purtroppo proprio in quella occasione scomparve tragicamente Agostino, un ragazzo che frequentava la tribuna, pur avendo un bel rapporto con noi della curva. Era un ragazzo innamorato della Juve Stabia: di lui ricordo con grande affetto le critiche che rivolgeva sempre alla squadra nel dopo-gara. Erano critiche fatte col cuore da parte di uno che amava sul serio questi colori. Poi ci sono i cori per i diffidati, ragazzi che finiscono in diffida a causa di torce che comunque non danneggiano né lo Stato né la società. Questa legge la troviamo ingiusta! Per cui onoriamo questi supporter che semplicemente vogliono creare con le torce un'atmosfera più gradevole ed emozionante anche per i giocatori stessi".
Quale dei tuoi predecessori hai stimato di più? Ercolano? 'Paciucchiello'? 'Geppetto'? L'elenco è lungo... "Tonino Ercolano è rimasto fermo a vent'anni fa. Poi è uscito dal giro: in lui ci saremmo augurati di trovare un organizzatore esperto che desse consigli a noi della nuova generazione. Invece dei consigli, forse ha manifestato soltanto un po' di invidia. Io ci tengo a ricordare con grande stima diversi ragazzi del gruppo 'Ciceron' come Gianluca Buonomo detto 'Geppetto' che non si è mai tirato indietro nell'arco di oltre quindici anni in cui ha guidato la curva anche quando la squadra si chiamava 'Comprensorio Stabia' e navigava in cattive acque. Colgo l'occasione per ringraziare lui e anche altri grandi gruppi storici, tra i quali il 'Bronx Faito', 'Bronx Scanzano', 'Hamas', 'Swarm', 'Zoccolo duro', e ringrazio anche Vincenzo Donato, tutte persone che in questi dieci-quindici anni hanno dato battaglia insieme a noi. Ricordiamo anche 'Carminuccio l'animale', un altro storico lancia-cori".
Da un punto di vista politico in passato eravate considerati una tifoseria di estrema sinistra. E adesso? "Adesso non c'è politica in curva. Noi cerchiamo di lasciarla fuori dal campo perché con essa possono sorgere separazioni e violenza all'interno dello stadio. Si tratta di questioni che vanno al di là dello sport e possono essere causa di liti nel contesto degli ultras, un contesto che deve avere un unico obiettivo: l'amore e la passione per una squadra da vivere ventiquattr'ore al giorno. Questi sono i veri ultras! Forse ai tempi di Tonino Ercolano c'era più comunismo in curva Sud. Ora pensiamo solo ai nostri colori e alla nostra città: Castellammare di Stabia!".
Molti stabiesi, oltre ad amare le vespe, sostengono anche compagini che militano in Serie A. Qual è il tuo parere? Un vero ultras può sventolare più bandiere? "Un vero ultras deve sventolare una sola bandiera. Squadre come Napoli, Roma, Milan, Lazio ecc. calcano palcoscenici importanti ma un vero amore deve essere unico e deve avere un solo colore! Io seguo con interesse il Napoli perché vivo in Campania, ma il mio vero tifo è solo per la Juve Stabia".
Tra i vari gemellaggi qual è quello a cui tieni di più? E tra le rivalità ce n'è una che ti irrita più delle altre? "Quest'anno festeggiamo i trent'anni di gemellaggio con il Siracusa. I siracusani sono nostri fratelli. Questo rapporto è davvero molto bello. Tra l'altro annualmente si tiene il memorial 'Nicola De Simone' (calciatore stabiese deceduto sul finire degli anni Settanta mentre militava nel Siracusa, ndr), un importante evento: nei giorni del memorial noi incontriamo i siracusani, passiamo molte ore insieme, ceniamo con loro, discutiamo di calcio e passiamo delle belle serate. Questo gemellaggio calcistico è tra i più importanti d'Italia. Mentre quelli che più mi irritano sono i veronesi: ricordo ancora il giorno in cui quei trecento nei distinti fecero partire un coro offensivo nei confronti del defunto Nino. Quel giorno ho provato un grande sentimento di rabbia verso quella gente! Poi in Campania sentiamo molto la rivalità verso i nocerini: anche con loro da ta

nti anni i rapporti sono incrinati".
Parlaci un po' di alcune vostre iniziative: come quelle per coinvolgere le scuole e gli altri settori dello stadio. "L'anno prossimo col contributo dell'assessore Amato gireremo tra le scuole per partecipare ad alcune riunioni soprattutto con i genitori perché vogliamo invitarli a portare sempre più spesso i propri figli allo stadio. Vogliamo che i bambini crescano con la giusta cultura dello sport e che magari tifino per la Juve Stabia. Se già dai primi passi questi bambini vengono portati allo stadio dai loro genitori allora possono iniziare a comprendere l'emozione di essere stabiesi, possono cominciare a capire il mondo dello stadio per poi da grandi essere dei tifosi perbene".
Negli ultimi anni è aumentato il numero di donne che segue costantemente la Juve Stabia al Romeo Menti: credi che questo sia dovuto anche al fascino dell'attuale capo tifoso? "Mi hai definito capo tifoso, ma ci tengo a precisare che io non mi ritengo un capo, mi metto al pari degli altri ultras. Comunque per noi è bellissimo che molte donne vengano allo stadio. Magari lo fanno anche perché ci sono dei bei ragazzi in curva, ma in ogni caso la presenza di donne e bambini allo stadio aiuta a far comprendere a tutti che il nostro mondo non si basa sulla violenza, ma sulla fratellanza, l'amore, l'amicizia, l'aggregazione, l'unione nel sostenere i nostri colori".
Zero vittorie in casa con Braglia in panchina; una sola vittoria al Menti con Fulvio Pea. Credi che in Lega Pro, anche alla luce dei tanti possibili derby, lo stadio possa invece rappresentare un fortino inespugnabile? "Anche per noi è stata una grande delusione subire tutte queste umiliazioni in casa. Castellammare è una città molto calorosa nei confronti della propria squadra. È stato bruttissimo in questa stagione non ammirare tante vittorie che invece c'erano state nei due anni precedenti in Serie B. Ma noi abbiamo sempre sostenuto la Juve Stabia nel bene e nel male e continueremo a farlo! Siamo troppo legati alla maglia a differenza dei giocatori che hanno dimostrato scarso attaccamento a questi colori. La maglia numero 12, tre anni fa, fu ritirata dal Presidente e consegnata alla Sud: abbiamo sudato di più noi per questa maglia rispetto ai giocatori, molti di essi dei veri mercenari! Ma noi ultras comunque abbiamo vinto! Noi non perdiamo mai!".
Al termine della sfida con il Crotone invitaste unicamente capitan Caserta a recarsi sotto la Sud: secondo te attualmente il capitano rappresenta la sola certezza da cui ripartire? "Fabio, nonostante la morte di suo fratello, è stato l'unico a dimostrare di tenerci veramente alle sorti della squadra ed anche a quelle della città. Aveva praticamente il diritto di andare via e stare vicino alla sua famiglia e invece è rimasto qui a combattere con noi per questa maglia. Anche se durante i 90 minuti solitamente seguo poco la partita, visto che do sempre le spalle al campo per guidare la Sud, io mi accorgo comunque che Fabio combatte sempre per i nostri colori e quindi mi è sembrato giusto invitarlo a recarsi sotto la curva: lui per noi è un vero leader! Cercheremo di ripartire da lui sia come calciatore esperto, sia come uomo. Con Fabio abbiamo un grande rapporto anche al di fuori del campo: è un uomo che merita davvero tanto!".
Ora ti elenco una serie di fattori. Dimmi quale di questi secondo te ha contribuito maggiormente al fallimento sportivo di questa stagione: campagna trasferimenti; caos societario; guida tecnica; inesperienza dei giocatori; preparazione atletica; mancanza di entusiasmo. "Mancanza di entusiasmo non direi. Braglia, Di Somma e Manniello hanno avuto delle responsabilità. Ma il presidente Manniello non va criticato perché anche dopo questa retrocessione continua a metterci la faccia e a sostenere la sua società, la sua squadra, la sua città. Lui è uno stabiese che fin dalla nascita ama i colori giallo-blu. Braglia piuttosto non siamo ancora riusciti a capire se non si sia dimesso perché ci teneva sul serio alla squadra, oppure se è rimasto per i soldi. Inoltre noi ultras a lui imputiamo il fatto di non averci quasi mai aggiornato sui problemi della squadra, ci ha coinvolti poco. Un altro grande problema? La mancanza di un vero spogliatoio: giocatori senza umiltà; ognuno pensava a se stesso. Per quanto riguarda la campagna trasferimenti, voglio ricordare che prima di fare un acquisto bisogna valutare il lato calcistico e il lato umano: ebbene i giocatori comprati quest'anno non erano né professionisti, né uomini, ma solo mercenari che hanno pensato ai fatti loro e non alle sorti di Castellammare, una città piena di problemi sociali che magari attraverso la Juve Stabia poteva raccogliere qualche importante soddisfazione. Invece l'unica soddisfazione è arrivata dalla curva Sud, composta da umili cittadini che amano il proprio Comune di residenza: i meriti vanno a noi ultras, ai calciatori mercenari solo demeriti".
Braglia ha dichiarato che il momento più bello della sua esperienza a Castellammare risale al giorno precedente alla finale play-off con l'Atletico Roma. E tu? Quale momento ricordi con maggiore commozione da quando segui la Juve Stabia? "Anch'io ricordo con grande commozione la conquista della Serie B a Roma, però forse ci sono state altre emozioni ancora più forti avendo in seguito frequentato palcoscenici illustri che prima potevamo solo sognare: della trasferta di Genova contro la Samp in campionato ricordo con grande godimento il gol di Marco Sau; poi in Coppa Italia a Firenze c'è stato un altro evento epico, purtroppo rovinato dal tragico episodio di Agostino, dopo che eravamo giunti a questa grande sfida grazie alla vittoria in casa ai calci di rigore contro la Sampdoria nel turno precedente della manifestazione. Ma siamo certi che il nostro Presidente ci regalerà nuove emozioni!".
Hai citato Manniello. Vogliamo concludere con una considerazione su Franco Giglio? "L'ex presidente Giglio ci ha delusi! Dopo averci abbandonato ha quasi immediatamente ripreso a fare il presidente se non erro a Vico Equense o Sorrento (non ne sono neanche così sicuro perché queste squadrette poco le seguo e poco mi interessano). Poi l'ultima deprecabile azione l'ha commessa riprendendosi il pullman (le vespe hanno dovuto dire addio al pullman delle trasferte che è tornato in mano alla Vesuvio Express dopo la scadenza del contratto, ndr). Mi irrita vedere dei turisti nel nostro pullman e non i nostri calciatori. Giglio è stato uno dei cosiddetti 'tifosi della festa', si è visto solo nei momenti di gioia e non in quelli di dolore. Alcuni (vedi Di Somma), quando sono andati via, hanno ringraziato unicamente la famiglia Giglio dimenticandosi dei Manniello. Colgo l'occasione per dichiararmi vicino alla moglie del presidente Manniello, verso la quale qualcuno ha indirizzato esternazioni offensive: potrei forse accettare qualche critica al presidente, ma lasciate stare la sua famiglia! Comunque io e il mio amico Vincenzo ci teniamo tantissimo a ringraziare la famiglia Manniello, cosa che non ha fatto Di Somma. Tornando ai Giglio, si tratta di persone che vivono di momenti e a noi questa gente onestamente non piace! Noi amiamo solo quelle persone che tengono realmente alla Juve Stabia e alla nostra città: Castellammare di Stabia!".
 

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venerdì 13 giugno 2014 - 22.09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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