Le luminarie natalizie accese a Castellammare di Stabia accendono anche il dibattito. E questa volta non si tratta solo di gusti estetici, ma di una percezione diffusa di disomogeneità che, in strada e sui social, si è trasformata in discussione collettiva. Tra entusiasmo in alcune zone e delusione in altre, la città si scopre divisa anche per le luci di Natale.
Il primo commento: «In via Duilio non c’è un palo senza luminarie, in via Brin una luminaria al nord e un’altra al sud». Una contestazione che non riguarda solo la quantità delle installazioni, ma il modo in cui sono state distribuite. Subito dopo arriva un altro affondo: «In tutte le piazze avete messo gli alberi, solo in piazza Amendola non c’è niente».
La mappa del malcontento si allarga rapidamente. C’è chi punta il dito contro interi quartieri rimasti al buio: «E del San Marco ne vogliamo parlare? Nemmeno una luce, niente di niente», scrive un utente. Un altro aggiunge: «Via Napoli è dimenticata dalla piantina geografica del Comune». Commenti che raccontano una città percepita come spezzata, dove il Natale s
embra arrivare solo in alcune zone.
Non mancano osservazioni più amare, che vanno oltre le luminarie e chiamano in causa il decoro urbano nel suo complesso: «Volete le luci dappertutto ma poi buttate l’immondizia ovunque, lasciate che bande di ragazzi rompano le giostre dei bambini, parcheggiate motorini ovunque e non dite niente». Un Natale che, per qualcuno, rischia di restare solo una vetrina.
C’è poi chi guarda oltre i confini cittadini e il confronto diventa inevitabile: «Nei paesi delle zone limitrofe si cammina con la testa alzata per la bellezza delle luminarie e la grandezza degli alberi di Natale». E chi, dalla zona panoramica, evidenzia un senso di abbandono: «Se ne ricordano solo quando devono fare i convegni alla Reggia di Quisisana, per il resto siamo dimenticati dal mondo».
Le luminarie, così, diventano lo specchio di un sentimento più profondo: la richiesta di attenzione, di equità, di una città che si senta tutta parte della stessa festa. Perché a Castellammare, più che la quantità delle luci, a fare discutere è dove brillano. E dove, invece, restano spente.