Valeria Racconta

Violante all'angolo

di Valeria Cimmino


Da sempre Violante desiderava vivere nella grande Villa che si trovava all'angolo fra Viale degli Oleandri e Viale delle Ginestre.
Era da anni che cercava di averla, nonostante sapesse che sarebbe costata tanto. Tuttavia il suo proprietario, uno straniero che non la abitava, proprio non voleva saperne di venderla.
Il tempo passava e Violante nutriva sempre più brama di quella Villa; tutti le domandavano perché volesse così ardentemente proprio quella, quando avrebbe potuto comprarne qualsiasi altra, più facilmente accessibile; ma la risposta di Violante era perpetuamente la stessa: "Non lo so perché ... ma so che voglio questa e basta".
Così un giorno, più tenace che mai e non avendo mai perso la speranza e la costanza, azzardò una nuova proposta allo straniero; un'offerta al di là di ogni ragionevolezza: offrì all'uomo una cifra così elevata, che egli non seppe proprio rifiutare.
Fu pertanto che per onorare tale saldo Violante fu costretta a grandi ... grandissimi ... inimmaginabili sacrifici e rinunce. Vendette naturalmente la casa regalatale dai suoi genitori, ma non bastò, così diede via anche l'auto, poi tutti i suoi gioielli, i quadri e qualunque oggetto di valore fosse in suo possesso. Rinunciò alla tv via cavo, alle vacanze, ai viaggi, all'acquisto di vestiti nuovi e ricavò qualche soldo perfino dalle sue borse e scarpe firmate. Iniziò a fare la spesa ai discount. Smise di andare palestra e di uscire con gli amici, ma d'altronde non ne avrebbe neanche più avuto il tempo dal momento che dovendo raggiungere inevitabilmente il suo lavoro a piedi, occupava tutta la giornata andando da casa a lavoro e da lavoro a casa.
Eppure Violante si sentiva così felice ... ogni giorno non vedeva l'ora di fare ritorno alla sua amata Villa, e non fare altro che godere della sua silenziosa compagnia.
Sin da quando aveva acquistato la Casa, Violante sapeva che nel tetto c'era un buco, ma nonostante il rilevante particolare, l'aveva voluta ugualmente. Tuttavia col passare delle stagioni quel foro diventava sempre più ampio, tanto da far passare non più solo spifferi gelidi di vento, ma anche infiltrazioni di acqua piovana.
"Che sarà mai ... - si disse - lo coprirò con del cemento" e così fece, ma dopo un po' il cemento crollò e si aprì un buco così grande nel soffitto che fu costretta a metterci sotto dei secchi per raccogliere la pioggia.
Una sera poi mentre se ne stava rannicchiata sul divano, avvolta da tutte le coperte che possedeva, per ripararsi dal freddo, udì uno strano scricchiolio proveniente dal corridoio; scoprii così che una delle due scalinate in legno che portavano al piano superiore, aveva ceduto "C'è sempre l'altra si disse".
Quando poi si accorse della perdita di un tubo che le aveva fatto ammuffire tutto un lato della casa, comprò della carta da parati e la applicò sui muri umidi.
Ormai non aveva neanche più un amico, poiché nessuno voleva più mettere piede in quella Casa che diventava sempre più invivibile.
Se qualcuno le chiedeva perché non andava via da lì, lei rispondeva che stava bene così.
In molti pensavano che restasse lì solo perché non poteva andare da nessuna altra parte, non avendo più soldi e perché non avrebbe trovato nessun folle disposto a comprare una abitazione ridotta in tali pessime condizioni.
Una notte Viol

ante iniziò a riflettere sulla brutta situazione in cui si trovava: si sentiva davvero intrappolata ma non economicamente; la sua era una dipendenza e reclusione puramente emotiva e sentimentale, si sentiva talmente legata alla Villa che aveva desiderato per così tanto tempo, che ora che era finalmente sua, proprio non riusciva a lasciarla andare.
Avvolta in mille coperte e maglioni, battendo i denti dal freddo si diceva : "Ho lottato tanto per averla ... ho rinunciato a tutto ... ora non posso lasciarla solo perché si è rivelata avere qualche ... parecchi difetti e problemi" . Ed era così che tirava avanti ogni giorno ... dandosi la forza, ripetendo a sé stessa queste parole.
Un giorno però tornando da lavoro trovò il piano superiore completamente allagato, poiché aveva piovuto ininterrottamente per tutta la giornata, ma Violante i soldi per far riparare il tetto non li aveva, a stento riusciva a permettersi un paio di pasti al giorno.
Qualche sera dopo scoprì invece che anche l'altra scala che portava ai paini superiori, dove fra le altre stanze c'era anche la camera da letto, aveva ceduto.
Rassegnata e ormai priva di stimoli e speranze, senza neanche provare più sofferenza o dispiacere, prese dall' armadio all'entrata tutti i cappotti pesanti che aveva, e dal ripostiglio ogni coperta o plaid di lana e senza neanche potersi mettere il pigiama andò a dormire sul divano.
Il mattino seguente si svegliò raffreddata, con la tosse e con la febbre.
"Così non posso più andare avanti - si disse- questa Villa mi sta distruggendo ... emotivamente, psicologicamente ed ora anche fisicamente".
Violante si trovava dinanzi alla scelta più importante della sua vita: la Cosa che amava di più al mondo e che aveva desiderato per anni, quando finalmente era diventata sua, aveva sorprendentemente palesato una sorpresa, era "guasta".
Violante si sentiva proprio come quando da bambina aveva tanto voluto una bambola, ormai fuori produzione, che i suoi genitori erano riusciti a trovare grazie ad una minuziosa ricerca in tutti i negozi della regione e di quelle confinanti, e che quando l'aveva aperta, aveva scoperto essere molto meno bella di tante altre che vedeva nelle vetrine.
Ormai la Villa era così: "guasta", e lei l'aveva voluta a tutti i costi, trascurando quello che le era sembrato un piccolo difetto e che in realtà era solo la punta di un'infinità di problemi; ed ora che se ne era resa conto doveva decidere se lasciarla o continuare a restarci, patendo innumerevoli dispiaceri e mancanze.
Infondo Violante conosceva la risposta, era già dentro di lei, doveva solo trovare il coraggio di fare un passo indietro ed abbandonare per sempre ciò che amava ma che non le faceva bene.
L'avrebbe dimenticata per sempre, ne avrebbe trovata un'altra, anche più bella.
Poi mentre ripeteva a sé stessa queste parole, sentì uno strano rumore, si voltò e vide una tempesta di scintille provenienti dalla lampada a piantana vicino ala finestra. Violante guardò in basso e si accorse che anche il piano della Villa si era allagato.
Violante non fece nemmeno in tempo a pensare a cosa fare che subito un scintilla che aveva colpito la tenda della finestra, generò un incendio che divampò galoppante in tutto l'appartamento.
Fu così che della Villa all'angolo fra Viale degli Oleandri e Viale delle Ginestre, e di Violante non restò altro che cenere.


domenica 10 maggio 2015 - 01:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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