Brucia ancora il Vesuvio. Quella appena trascorsa è stata una notte lunghissima per i vigili del fuoco e tutte le persone impegnate nello spegnimento di uno degli incendi più grandi che ha colpito il vulcano. Un fronte di circa 2 chilometri di fiamme che ha prodotto una colonna altissima di fumo. Questa mattina da Pompei e Castellammare non si riesce a scorgere nemmeno la sagoma del Vesuvio tanta è la coltre di fumo denso e scuro che sovrasta la montagna. Le ceneri sono arrivate sino in irpinia e nel beneventano. Un disastro, colposo.
I carabinieri forestali, infatti, hanno immediatamente inquadrato la natura dell’incendio. Ben 8 sono gli inneschi rinvenuti, distanti centinaia di metri l’uno dall’altro. Tutti appiccati nello stesso momento. La crudeltà di chi si è reso colpevole di tale scempio è acuita dal modo con cui ha operato: per incendiare la montagna sono stati utilizzati animali, probabilmente gatti, dati alle fiamme e fatti poi correre alla disperata nei boschi del Parco Nazionale del Vesuvio.
Tutto ha avuto inizio ieri mattina con due focolai innescati tra Ottaviano e Terzigno. Il vento ha fatto il resto, estendendo le fiamme fino a farle raggiungere la parte bassa del Vesuvio, a ridosso di case e ristoranti. Evacuate quindi le attività ristorative e diverse abitazioni nei comuni di Ercolano, Torre del Greco e Boscoreale. Paura per una famiglia rimasta intrappolata d
alle fiamme che lambivano la propria abitazione, poi soccorsa e tratta in salvo.
A Torre del Greco il sindaco ha istituito il Centro Operativo Comunale, impiegando tecnici e funzionari con l’intento di monitorare il fenomeno e prendere in fretta le necessarie devisioni a salvaguardia della popolazione.
Quattro i mezzi aerei impegnati, oltre 600 le persone che nell’arco delle ultime 24 ore si sono alternate sul fronte dell’incendio. Il momento più critico si è vissuto nel tardo pomeriggio di ieri quando si è temuto che le fiamme potessero raggiungere le discariche situate in alcuni punti del Vesuvio, nella parte bassa, nel territorio compreso tra Terzigno e Boscoreale. E’ stato quindi impiegato l’esercito a sorvegliare i cumuli di rifiuti, pronti a contrastare l’avanzata delle fiamme con ogni mezzo. Se l’incendio avesse raggiunto i rifiuti sarebbe stata una tragedia immensa, con il rogo che da devastante si sarebbe trasformato in drammatico, tossico.
Non è escluso, comunque, che diverse discariche abusive contenenti rifiuti tossici siano andate alle fiamme. Nel Parco Nazionale del Vesuvio, infatti, è noto che vengono abbandonati rifiuti di ogni genere. Ma per questo bisognerà attendere i sopralluoghi che saranno effettuati dopo lo spegnimento delle fiamme, quando ci sarà spazio per le indagini e, ci si augura, alla cattura dei piromani.