Non può essere già partita da dentro o fuori, ma quella di stasera ha sicuramente valore doppio per il Napoli, chiamato a una grande prestazione alla Reale Arena di San Sebastián per mettere alle spalle il passo falso interno contro l’Az e battere un colpo contro la squadra più attrezzata del girone F. La Real Sociedad ha qualità tecniche e tattiche importanti, e non a caso dopo 7 gare guida il campionato spagnolo lasciando dietro di sé corazzate come il Real Madrid, fermato sullo 0-0 tra le mura amiche non più tardi di un mese fa. Per analizzare il momento della squadra basca guidata da Imanol Alguacil, è intervenuto ai nostri microfoni David Olivares Navarro, giornalista spagnolo di Evercom, e profondo conoscitore del calcio iberico e non solo, avendo lavorato come redattore di Marca e Perform Group.
Il movimento calcistico basco ha visto una crescita costante negli ultimi anni: con 4 squadre è la regione più rappresentata insieme ad Andalusia e Comunità Valenciana. Oltre alle storiche Athletic Bilbao e Real Sociedad, negli ultimi anni si sono aggiunte stabilmente Alavés ed Eibar. Come spieghi questo particolare momento?
“Dobbiamo fare i giusti distinguo tra Athletic e Real Sociedad (squadre storiche stabilmente in Primera División), e Alavés ed Éibar. Quello dell’Éibar è un piccolo miracolo di un’antica città industriale di 30.000 abitanti. Ha calcato per tantissimi anni gli campi di Segunda, nel 2009 è retrocesso in Segunda B (Serie C) per poi raggiungere la massima serie attraverso investimenti e organizzazione. Ogni anno individuano sul mercato gli elementi più funzionali e quest’anno saranno ai nastri di partenza per il settimo anno di fila in Primera. L'Alavés ha invece cambiato un po’ in questi anni, poiché la maggioranza del club appartiene al Baskonia, la squadra di pallacanestro che gioca in Eurolega”.
La Real Sociedad è diventata una realtà di primo piano: negli ultimi 8 anni ha conquistato uno storico accesso alla Champions League e 3 qualificazioni all’Europa League. Quanto è stata importante la programmazione per raggiungere questi risultati?
“Prima di tutto bisogna dire che la mentalità della Real è cambiata dal 2002. Fino a quel momento, nella squadra biancazzurra giocavano stranieri, mentre gli atleti spagnoli erano soltanto baschi e navarri. L’acquisto di Boris in quella stagione, primo spagnolo non basco o navarro, rappresenta grande un cambio e segnerà la svolta definitiva. Oggi possiamo ammirare grandi giocatori provenienti da tutta la Spagna, come il campione del mondo David Silva (canario)o Portu (di Murcia). In questi ultimi anni, abbiamo visto a San Sebastián altri calciatori importanti Diego Llorente, Canales o Juanmi. La programmazione è stata buona con giocatori giovani della casa come Oyarzábal, Illarramendi integrati con acquisti di livello. Ora ci sono William José, Januzaj, mentre prima difendevano i colori della Real Odegaard o Griezmann, arrivato nel settore giovanile nel 2009 per poi esplodere fino a raggiungere la consacrazione in prima squadra. Prima di Grizzy non c'erano giocatori di questo livello. La penultima grande Real è stata quella del 2003, seconda al campionato e guidata da Xabi Alonso, leggenda del Real Madrid e della nazionale spagnola”.
La squadra di Imanol Alguacil ha un’età media tra le più basse in Primera División e pochissimi stranieri: solamente 5, meno ne ha soltanto l’Athletic che ha una filosofia particolare in termini di tesseramenti. Tanti i calciatori titolari cresciuti nel settore giovanile: si può dire che è un fiore all’occhiello con pochi eguali in Spagna?
“In Spagna lavoriamo bene con i giovani: non a caso la nazionale under 21 è campione d'Europa in carica, mentre nell’edizione precedente era salita sul secondo gradino del podio. Capita però che grandi giocatori, ogni tanto, decidano di proseguire la propria carriera altrove (Fabián al Napoli, Ceballos al Arsenal). La Real lavora bene con i giovani, e la conferma sono i tanti talenti nell’organico txuri-urdin. Possiamo dire che Real e Athletic rappresentano un fiore all'occhiello, ma ci sono anche altr
i due esempi (con giocatori che non provengono necessariamente dal settore giovanile) come Granada e Villarreal. Tanti giocatori sono arrivati in nazionale e si stanno comportando abbastanza bene”.
La squadra di San Sebastian è prima in Liga con 14 punti in 7 giornate. Ti aspettavi di vederla nelle prime posizioni della classifica, o è al momento una piacevole sorpresa del campionato?
“Possiamo sicuramente parlare di sorpresa, ma allo stesso tempo dovremo vedere come si comporteranno Real Madrid, Atlético Madrid, Siviglia e Barcellona, che hanno alcune partite da recuperare per la partecipazione alle fasi finali delle competizioni europee nella scorsa stagione. La Real, per organico, dovrebbe stazionate il quarto e il settimo posto, lottando con Siviglia (per me la più forte del gruppo), Villarreal ed ora Getafe e Granada”.
La stella è ovviamente Mikel Oyarzabal, classe ’97 e già 4 reti e 2 assist all’attivo. Roberto Lopez è un 2000 molto interessante che già si è messo in mostra con 2 gol. Che calciatore e quali sono i calciatori più interessanti da tenere d’occhio?
“Ovviamente Oyarzábal è l’elemento più rappresentativo, e non a caso ultimamente è stato convocato con la Roja. Molto interessanti anche l’altro nazionale Mikel Merino, ex Newcastle, Borussia Dortmund, e Osasuna, Portu (ex Valencia) e Le Normand in difesa”.
Ha faticato un po’ a raggiungere la forma del resto dei compagni, ma David Silva sta via via crescendo con 2 assist nell’ultimo match contro l’Huesca. Che contribuito può dare con la sua classe ed esperienza?
“Il mago de Arguineguín può risultare un giocatore importante. Ha scelto di tornare in Spagna scegliendo San Sebastián, e la sua esperienza dà sempre un salto di qualità, specialmente in Europa”.
Il Napoli sarà reduce dalla sconfitta a sorpresa contro l’Az mentre i baschi hanno già 3 punti dopo aver superato in trasferta il Rijeka. Che tipo di partita ti aspetti? Quali potrebbero essere i duelli più interessanti?
"Mi aspetto una partita aperta, rispecchiando filosofia votata all'attacco di entrambe le squadre. Quelli non guardano più il calcio italiano pensano che si gioca ancora al catenaccio, mentre anche in Italia il calcio sta diventando generalmente molto offensivo. Il Napoli deve vincere, e la Real è forte nel reparto offensivo piuttosto che in quello difensivo. I duelli più interessanti saranno a mio parere Isak-Koulibaly e Osimhen-Le Normand. Mi sarebbe piaciuto vedere Llorente in campo contro la Real, ma sarà impossibile essendo stato anche stavolta escluso dai convocati. Gli azzurri si sono rinforzati in maniera importante sul mercato. Nonostante la sesta Coppa Italia messa in bacheca pochi mesi fa, non giocare la Champions è stata sicuramente una delusione dopo averla disputata da protagonista per 4 anni da fila. In questa stagione si sentirà l’assenza di Callejón dopo 7 anni in Campania. Penso che Osimhen possa dare una grossa mano, in quanto ha qualità tecniche e fisiche fuori dal comune. Bakayoko a centrocampo ha grande fisicità: l'ho visto giocare con Chelsea, Milan e Mónaco, e pur essendo un calciatore molto diverso per caratteristiche da Jorginho o Hamsik, è un profilo che mancava ai partenopei, sposandosi anche con le peculiarità di Fabián".
Tante partite in pochi giorni: ti aspetti qualche cambio di formazione rispetto al 4-1 contro l’Huesca? Quale credi possa essere l’undici titolare?
“Mi aspetto senz’altro dei cambi, perchè questo inizio di stagione è pazzesco, con partite giovedì-domenica molto dispendiose e di livello alto. Credo che la Real scenderà in campo con motivazioni altissime perché quella contro il Napoli è oggettivamente la partita più importante del girone. Tornano Januzaj, Merquelanz e Barrenetxea dopo i rispettivi infortuni. È molto difficile decifrare l’undici titolare, ma rischio in questo modo: Álex Remiro-Gorosabel-Elustondo-Le Normand-Monreal-David Silva-Zubimendi-Mikel Merino-Portu-Isak-Oyarzábal”