Valeria Racconta

Valeria

di Valeria Cimmino


Valeria guardava il mondo dal basso; vedeva le persone alte e lontane, e si sentiva piccola, piccola. Valeria era davvero bassa, più bassa di un nano. Dal suo punto di vista qualunque cosa appariva distante ed irraggiungibile. Le persone per parlare con lei dovevano chinarsi o urlare, perché la voce non arrivava fin laggiù, ma Valeria cercava di essere felice anche così, si diceva : "Il mondo cambia da dove e da come lo guardi ... io lo vedo solo in maniera diversa ... non significa che sia sbagliato" e poi come lei, non poteva osservarlo nessuno, a meno che ognuno non si fosse messo in ginocchio e per un'intera giornata non avesse preso a gattonare, invece di camminare, per andare al lavoro, a passeggio, al cinema, o a fare la spesa.
Poi un giorno Valeria si accorse di non essere davvero bassa, più bassa dei nani: a Valeria mancavano le gambe, ecco perché sembrava così bassa! Ma dov'erano finite le sue gambe? Valeria si scrutò attentamente e scoprì di averle: se ne stavano tutte incartocciate e ben nascoste sotto il bacino.
Provò un po' impaurita a srotolarle, e subito notò che farlo era davvero facile, molto più di quanto avesse immaginato. Improvvisamente Valeria si sollevò diventando alta almeno un metro in più. "È così diverso guardare il mondo da quassù" si disse. E tutta presa da una gioia smisurata iniziò a saltellare, a fare giravolte e a correre da destra a sinistra e poi da sinistra a destra. Prese poi a stiracchiarsi le gambe, e a guardarsele, tutta fiera.
Decise che era arrivato immediatamente il momento di usarle, di sperimentare, osare, andare all' avventura ad osservare il mondo dal suo nuovo punto di vista.
Così Valeria spalancò la porta e si apprestò a trotterellare fuori. Camminò ininterrottamente per tre giorni, andando fin dove le sue gambe la portavano; guardò dritta negli occhi le persone, parlò e le ascoltò senza che nessuno dovesse urlare, affinch

é la voce arrivasse. Visitò posti che finora aveva potuto guardare solo dal basso ed ogni cosa le sembrò grandiosa.
Poi d'un tratto avvertì uno strano prurito alle spalle, così fece per toccarsi e sotto le dita palpò due protuberanze, che fino ad ora non aveva mai avuto. Scosse un po' il busto, strizzò gli occhi e corrugò la fronte per lo sforzo, si fece forza e respirando come aveva sentito si facesse in sala parto, si dette la spinta fino a far fuoriuscire dalla schiena, all'altezza all'incirca delle scapole, due meravigliose ali bianche, soffici e svolazzanti.
L'allegria invase l'animo ed il cuore di Valeria. Subito spiccò il volo e volò per giorni e giorni, senza mai avere fame o sete, Valeria aveva solo una grande curiosità e voglia di vivere il mondo che per troppo tempo si era preclusa, nascondendo le sue gambe e le sue ali.
Mentre Valeria volava, pensava che il mondo era davvero bello e che lei era stata così fortunata; aveva avuto la possibilità di guardarlo da tante diverse angolazioni e punti di vista: dal basso, da altezza d'uomo e dall'alto. Si sentiva tanto felice ... così tanto da decidere di tornare a casa a raccontare e condividere la sua inaspettata gioia, con le persone che amava. Finalmente Valeria ritornò con i piedi per terra, a casa dalla sua famiglia. "Guardatemi" gridava incontro ai suoi cari, ma loro la osservavano senza emettere fiato. "Non mi vedete diversa?" domandava Valeria entusiasta, ma loro perplessi dicevano di no. "Non vedete che ho le gambe ... e le ali?" chiese presa dallo sconforto e dalla delusione.
"Ma le hai sempre avute" rispose sua madre.
Fu così che Valeria capì che finalmente era riuscita a vedersi esattamente così com' era e ad amarsi e stimarsi come la amavano e stimavano i suoi genitori e le persone a lei care.
Valeria finalmente si sentiva bella, alta, fiera, forte e coraggiosa e soprattutto pronta ad affrontare il mondo, le paure, i sogni ... la sua vita.


domenica 12 aprile 2015 - 00:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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