Ieri, alle ore 15, si è giocata l'ultima partita casalinga del Napoli, terminata con la vittoria sul retrocesso Genoa per 3-0. Victor Osimhen la sblocca. Poi, nel secondo tempo, ci pensano Lorenzo Insigne dal dischetto e Lobotka a chiuderla. La vittoria consente alla squadra di Luciano Spalletti di conquistare matematicamente il terzo posto in classifica, che vale 21,6 milioni di euro di contributi.
Come già anticipato nei giorni scorsi, il Napoli ha voluto omaggiare Lorenzo Insigne che, dopo dieci anni, lascia la città e il club per iniziare una nuova avventura in MLS con la maglia del Toronto. I festeggiamenti sono iniziati prima del fischio d'inizio. I 50mila presenti si sono alzati tutti in piedi a salutare il Capitano che, accompagnato De Laurentiis, Giuntoli e Spalletti, è passato tra i compagni di squadra che gli hanno dato la mano singolarmente. Ma, la prima vera e forte reazione del pubblico di Fuorigrotta si è sentita però alla lettura delle formazioni. Quando lo speaker ha pronunciato il nome di Insigne, tutti i tifosi si sono alzati in piedi, hanno urlato il suo nome e hanno applaudito con intensità. La Curva B ha esposto uno striscione: "La tua maglia più di tutte pesava perché era di chi veramente l'amava. Tu l'hai indossata con estro, orgoglio e dignità. Da fiero figlio di questa città". A seguire anche la Curva A ne ha mostrato uno a lui dedicato: "Hai conquistato meno di quanto tu abbia sognato. Spesso offeso e poco considerato, da questa curva con affetto sarai sempre ricordato". La stessa Curva A ha iniziato a cantare "C'è solo un capitano". Poi, è stato il tempo delle premiazioni. Mertens gli ha consegnato una maglia speciale del Napoli e Koulibaly, invece, un quadro interattivo che gli permetterà di rivedere tutte le azioni
e i momenti più belli vissuti in azzurro. Infine, De Laurentiis e Spalletti gli hanno consegnato un trofeo a lui dedicato. I tifosi hanno fischiato fortemente alla pronuncia da parte dello speaker del nome del presidente.
Poi, ha preso parola Lorenzo Insigne che, visibilmente commesso, con al fianco la moglie e i figli, ha fatto il discorso d'addio.
"La sola cosa da dire adesso è grazie ad una città che mi ha dato tanto, forse tutto. Sono nato, cresciuto e maturato qui insieme a voi. Abbiamo gioito, sofferto e a volte anche litigato. Ma sempre insieme, come un'enorme famiglia. Mi sono sentito accolto e amato dalla gente della mia terra. Stare a Napoli è stata non solo una meravigliosa esperienza ma una grossa responsabilità che ho accettato con amore e fierezza da sempre. Ogni addio, anche se frutto di una scelta, lascia l'amaro in bocca. Ma questo un po' di più. Lasciare Napoli significherà lasciare casa con la consapevolezza che ti mancherà. Mi mancherete sempre. In questi dieci anni abbiamo collezionato momenti indimenticabili che ricorderò con grande emozione e che porterò nel bagaglio lavorativo e personale. Ho sempre dato tutto ciò che avevo, ma la vera partita, quella più importante, che non varrà nessun risultato, dove non ci saranno sconfitti e vincitori, l'abbiamo giocata insieme. Infine, grazie a voi, a tutti i tifosi del Napoli nel mondo, ai miei compagni di squadra che hanno reso tutto più semplice rivelandosi grandi amici su cui poter contare. Grazie inoltre all'intero staff, ai mister che hanno avuto cura di me dal primo giorno. Grazie alla società che ha reso possibile tutto questo. Un grazie speciale a chi ha sempre creduto in me, la mia famiglia, a mia moglie e i miei figli. Grazie di cuore, forza Napoli sempre".