Mister Ignazio Abate è salito in sala stampa al “Romeo Menti” per rispondere alle domande dei media. A Castellammare si riaccendono i riflettori su un derby che profuma di storia: domani arriva l’Avellino dell’ex Biancolino, neopromosso dalla Serie C e determinato a dare battaglia. Ad accogliere gli irpini ci sarà uno stadio gremito: il dato aggiornato a ieri parla di 3.125 biglietti venduti. Non a caso, per l’occasione è stata indetta la “Giornata Gialloblù”, a testimonianza dell’importanza dell’evento. Le Vespe potranno così contare su una spinta in più in un match attesissimo. «Abbiamo lavorato bene in queste due settimane e recuperiamo il nostro capitano. Recuperiamo anche Varnier. Abbiamo lavorato sulle condizioni. Correia ha lavorato a testa bassa, nonostante non avesse svolto il ritiro con noi. Abbiamo recuperato Pierobon. Piano piano aumentiamo la condizione di tutti. Domani sarà una partita importante. Ho vissuto i derby a tutti i livelli: da calciatore e da allenatore. Dal Napoli al derby della Madonnina. Domani siamo chiamati in causa a rappresentare la nostra gente. Mi reputo fortunato e orgoglioso di essere allenatore della Juve Stabia.» «Mannini è tornato motivato. Quando indossi la maglia azzurra, questa ti dà tanta consapevolezza. Il percorso azzurro per i giovani è molto diverso. Fa parte del percorso di crescita. La squadra ha lavorato bene come ogni settimana. Aspetteremo la partita di domani.» «La sosta è sempre un’arma a doppio taglio. Pensiamo a noi stessi. Quando arrivi da una sconfitta vuoi giocare il prima possibile, ma avevamo bisogno di rifiatare un po’. Se devo motivare la mia squadra in una partita del genere, bisogna cambiare lavoro. Sono partite che si caricano da sole. Dobbiamo essere molto bravi nelle cose di campo. Affrontiamo una squadra esperta, con un budget importantissimo. Una squadra forte. E questo deve darci maggiore motivazione per regalare una soddisfazione alla nostra gente. Una partita che va al di là dell’aspetto calcistico. C’è in gioco l’orgoglio personale ed è un aspetto che deve fare la differenza.» «Non dobbiamo pensare a riscattarci, ma a crescere. I ragazzi hanno intrapreso un percorso ben chiaro. Dobbiamo riscattare il risultato negativo, questo dev’essere il nostro
essere, alzando l’asticella. Domani sono tre punti in palio come tutti i sabati. La differenza è che domani c’è da giocare con più cuore per la nostra gente.» «Nel reparto arretrato abbiamo tanta gente pronta e affidabile. In attacco Burnete sta crescendo molto molto bene, anche se gli manca un po’ di esperienza. Indubbiamente, l’esperienza di Candellone e Gabrielloni non si compra da nessuna parte. È un giocatore rappresentativo per la nostra squadra ed è un recupero fondamentale per noi. La maggior parte dei ragazzi sta bene. Ma io devo fare delle scelte, non regalo niente a nessuno. Da questo punto di vista sono molto felice.» «Il livello personale fa la differenza. Più duelli vinceremo, più avremo occasioni da gol. Dovremo essere molto molto attenti nella lettura della partita, quello che ci è mancato a Carrara. Se andiamo ad analizzare le statistiche, noi siamo stati troppo leggeri nel concedere il secondo gol. Nel secondo tempo la squadra aveva creato i presupposti per un pareggio. Dobbiamo andare alla ricerca del miglioramento. Dobbiamo curare più il dettaglio, ma la squadra è in linea con tutto: è la settima miglior difesa. Dobbiamo andare alla ricerca del miglioramento del dettaglio.» «Nel calcio vale tutto il contrario di tutto. Spesso la spavalderia dei giovani può fare la differenza. È una partita dove si gioca con il cuore. È importantissimo. La voglia di vincere fa la differenza. Sappiamo che a volte il calcio si decide con gli episodi, ma dobbiamo fare in modo che girino a nostro favore.» «Mio padre sarà presente? Viviamo in provincia di Avellino. Però sono orgoglioso di rappresentare questa realtà. Per come la sto vivendo, per come la sto integrando, per le persone che sto conoscendo. Sono circondato da persone per bene dentro e fuori dal campo. Ne parlavo anche con il direttore: è complicato convincere qualcuno a venire qui, ed è poi difficile voler andare via. Sono felice. Nel calcio vivi bene quando le cose vanno bene. Dobbiamo mettere la testa nel lavoro. Mi piace credere che più tempo dedichi alla causa, e più ti può girare bene. Speriamo di regalare emozioni ai tifosi e alla nostra gente. I ragazzi se lo meritano. Se domani il Menti non sarà pieno, lavoreremo ancora più duramente.»