Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, continuano a scuotere il dibattito politico cittadino. A intervenire con una lunga e articolata dichiarazione è il consigliere comunale Mario D’Apuzzo, che invita l’intero panorama istituzionale a mantenere un atteggiamento “sobrio, responsabile e coerente”.
Secondo il consigliere, ciò che sta emergendo dall’indagine non può essere minimizzato: «Siamo davanti a un quadro che non nasce da suggestioni o voci di corridoio, ma da atti giudiziari già in essere», sottolinea D’Apuzzo, evidenziando come l’attuale scenario investigativo si discosti profondamente da quanto avvenuto in passato con l’amministrazione Cimmino.
“La vicenda Cimmino non è paragonabile a ciò che accade oggi”
D’Apuzzo richiama l’attenzione sul fatto che la precedente Commissione di Accesso — inviata durante la sindacatura Cimmino — si basò, a suo dire, su elementi poi giudicati inconsistenti dagli organi della magistratura: «Ben undici magistrati, tra Tribunale, Corte d’Appello e Cassazione, hanno dichiarato infondate le richieste di incandidabilità. Quel teorema è crollato sotto il peso delle sentenze», rimarca.
Il consigliere sostiene invece che oggi la situazione sia diversa e molto più delicata, citando gli articoli di stampa che da settembre parlano di accertamenti anche nell’area dei cosiddetti “colletti bianchi”. «Se confermati — afferma — riguarderebbero profili di particolare sensibilità. E ciò che emerge nelle ultime ore conferma la gravità del momento».
Il nodo degli “omissis”: “Possibili ulteriori sviluppi”
Un passaggio che D’Apuzzo definisce “cruciale” riguarda la presenza, nelle ordinanze giudiziarie, di numerosi omissis. Una cir
costanza che, secondo il consigliere, indicherebbe posizioni ancora in fase di valutazione o sotto ulteriori verifiche: «È proprio questa presenza di nomi non divulgati che lascia presagire ulteriori e forse più importanti sviluppi».
Una ragione in più, sostiene, per mantenere un comportamento istituzionale attento e rapido.
“Niente allarmismi sullo scioglimento. Il sindaco convochi subito il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica”
Pur parlando di un quadro “grave”, D’Apuzzo mette in guardia da letture catastrofiste: «Non bisogna gridare allo scioglimento: sarebbe l’alibi perfetto per chi vuole descrivere le nostre posizioni come ritorsioni politiche».
Il consigliere insiste sulla necessità di non rievocare il passato e di attenersi al presente, basato — sottolinea — su «provvedimenti giudiziari e informazioni giornalistiche circostanziate».
Da qui l’appello diretto al primo cittadino: «Il Sindaco non può tacere. Di fronte a un contesto così delicato, aggravato dagli omissis, ha il dovere istituzionale di chiedere l’immediata convocazione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, sollecitando il Prefetto a svolgerlo direttamente a Castellammare».
Una richiesta motivata dalla necessità, secondo D’Apuzzo, di dare alla città un segnale tangibile: «Castellammare ha bisogno di sentire la presenza effettiva dello Stato, non di frasi di circostanza».
Un clima politico sempre più teso
Le parole del consigliere si inseriscono in un clima di forte attenzione e preoccupazione istituzionale, mentre l’indagine prosegue e si attendono ulteriori chiarimenti da parte della magistratura. Intanto, il dibattito politico cittadino si accende, nella consapevolezza che la vicenda potrebbe avere ripercussioni significative sulla vita amministrativa della città.