Finisce nuovamente nei guai Carmine Guerriero, 33enne del rione Moscarella con numerosi precedenti di polizia. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, l'uomo sarebbe parte integrante dell'organizzazione che si occupava della diffusione abusiva di targhe false e smantellata solamente all'inizio del mese di novembre. La fabbrica del falso aveva sede a Santa Maria la Carità mentre i lavori, secondo una prima ricostruzione, venivano commissionati dal napoletano. E all'interno di questo sistema era presente lo stesso Guerriero che era stato messo alla prova con i servizi sociali dopo una condanna a 5 anni che aveva ricevuto per la diffusione internazionale di banconote false. Gli agenti del Commissariato di Castellammare di Stabia, ieri pomeriggio, su ordine del Tribunale, hanno sospeso la misura a carico di Guerriero che di fatto
è formalmente indagato per la questione delle targhe false. I suoi legali, che si sono già attivati per ripristinare il tutto, avranno circa 30 giorni di tempo prima che il giudice confermi il fermo.
Guerriero ha alle spalle numerose accuse e anche alcuni arresti. Negli anni scorsi, l'hacker stabiese è riuscito ad inserirsi all'interno del "deep web", la zona oscura di internet, entrando a far parte di una maxi organizzazione che si occupava di banconote false. Un business che gli garantiva migliaia di euro al mese e che gli dava la possibilità di condurre una vita lussuosa. Ora, a distanza di mesi, arriva una nuova accusa che lo collega al giro delle targhe false che verosimilmente erano utili per rivendere auto di lusso rubate. Sarà compito dei legali accertare la sua eventuale innocenza.