Nel cuore di Scanzano, tra i palazzi popolari, le storie difficili e le energie sommerse di un quartiere che non smette di cercare riscatto, la scuola Salvati è oggi un cantiere aperto e pieno di speranza. Un segnale concreto, fatto di mattoni e impalcature, di che cosa può significare investire davvero nei territori e nelle nuove generazioni.
Il plesso scolastico di via Napoli sta vivendo una trasformazione profonda, resa possibile dai fondi del PNRR – Missione 5 “Inclusione e coesione” – destinati alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione degli edifici pubblici. Un intervento che vuole restituire alla comunità non solo una scuola ristrutturata, ma un presidio educativo degno di questo nome, moderno, sicuro, efficiente.
Ma la rigenerazione della Salvati è qualcosa di più di una sequenza di lavori. In un quartiere come Scanzano, dove l’abbandono scolastico è una minaccia reale e la fragilità sociale è quotidianità, avere una scuola che funziona
, che accoglie, che protegge, significa mettere in moto un circolo virtuoso. Significa dire ai bambini e alle famiglie che lo Stato c’è, che non tutto è lasciato al degrado o all’improvvisazione.
La nuova Salvati, una volta completata, sarà una scuola aperta: aule didattiche più ampie e sicure, spazi polifunzionali pensati anche per attività extrascolastiche, una maggiore attenzione al comfort e alla vivibilità. Un ambiente dove apprendere ma anche crescere, creare legami, trovare un rifugio e un’opportunità.
In un momento in cui la città vive contraddizioni e sfide profonde, Scanzano diventa simbolo di una possibile inversione di rotta. E la scuola – la più antica delle infrastrutture civili – torna ad essere perno del cambiamento.
Un cambiamento che parte dalle fondamenta. E che, mattone dopo mattone, prova a restituire ai bambini di Castellammare il diritto più semplice e rivoluzionario che ci sia: imparare in un luogo bello e giusto.