Il futuro della costa di Castellammare passa anche dalla tutela del suo passato. Perché prima di completare le opere di difesa e di ripascimento dei litorali, il Comune ha commissionato specifiche indagini archeologiche nell’area antistante la spiaggia, così come prescritto dalla Soprintendenza. Una fase necessaria, non solo per garantire la sicurezza del territorio ma anche per preservare eventuali testimonianze del patrimonio storico sommerso.
L’amministrazione comunale ha quindi liquidato alla società incaricata la somma corrispondente al servizio eseguito, dopo l’approvazione del certificato di regolare esecuzione. Le indagini sono state affidate lo scorso maggio tramite affidamento diretto e hanno previsto carotaggi e prove geoarcheologiche, documentate nella relazione tecnica trasmessa alla fine di luglio.
L’intervento si inserisce in un programma ben più ampio, finanziato con fondi ministeriali per quasi 4 milioni di euro, destinati al “completamento delle opere di difesa della costa, al ripascimento dei litorali e all’eliminazione delle situazioni di pericolo”. A realizzare materialmente i la
vori sarà un consorzio già incaricato della progettazione esecutiva e dell’appalto integrato, con l’esecuzione affidata ad una consorziata.
La prescrizione della Soprintendenza non è un dettaglio tecnico, ma una condizione vincolante. Perché ogni intervento sul litorale stabiese, già fragile per conformazione naturale e pressione antropica, deve fare i conti con un sottosuolo che può restituire tracce preziose della storia del Golfo di Napoli.
Con la liquidazione del servizio, il Comune chiude così un passaggio tecnico ma fondamentale, aprendo la strada ai lavori veri e propri. Un iter complesso, fatto di incroci tra vincoli archeologici, normative sulla sicurezza e risorse economiche, ma indispensabile per proteggere un tratto di costa strategico sia per la comunità locale che per l’attrattiva turistica della città.
Castellammare si trova ancora una volta a bilanciare il peso della sua storia millenaria con la necessità di guardare al futuro. E queste indagini, propedeutiche al cantiere, rappresentano il punto di incontro tra memoria e prevenzione, tra mare e terra, tra sviluppo e tutela.