Un albo di esperti per affiancare l’amministrazione nella gestione delle grandi opere pubbliche. È questa la finalità dell’avviso emanato dal Comune di Castellammare di Stabia, che ha aperto ufficialmente la raccolta delle candidature per formare l’elenco dei soggetti idonei a essere nominati all’interno del Collegio Consultivo Tecnico (C.C.T.), lo strumento previsto dal Codice degli Appalti per prevenire e risolvere sul nascere le controversie che possono bloccare i cantieri.
Il collegio, obbligatorio per i lavori sopra le soglie europee, nasce per garantire tempi certi e trasparenza. Non è un organo giudicante, ma un tavolo tecnico composto da tre membri (in alcuni casi cinque), con competenze che spaziano dall’ingegneria al diritto, dall’economia all’architettura. Il suo compito è quello di monitorare i lavori, proporre soluzioni immediate, fornire pareri tecnici o giuridici e accompagnare la fase di esecuzione fino al collaudo. Un ruolo strategico soprattutto per le opere finanziate con fondi PNRR, che impongono scadenze stringenti e procedure snelle.
L’avviso stabilisce che l’elenco resterà sempre aperto: i professionisti interessati potranno inoltrare la propria manifestazione di interesse in qualunque momento, compilando il modello predisposto e inviandolo via PEC. Sarà il Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P.), di volta in volta, a selezionare i componenti più idonei sulla base delle specifiche esigenze del progetto. Nessuna graduatoria, dunque, ma un bacino di competenze qualificate cui attingere secondo criteri di traspar
enza e rotazione.
Il bando è rivolto a ingegneri, architetti, giuristi ed economisti con comprovata esperienza nel settore degli appalti, delle concessioni e degli investimenti pubblici. Per chi intende candidarsi al ruolo di presidente del C.C.T., la soglia è ancora più alta: è richiesta un’esperienza ultradecennale in incarichi di rilievo, come responsabile unico del procedimento, direttore dei lavori o professore universitario nelle materie attinenti. Requisiti stringenti anche per i semplici componenti, con almeno dieci anni di esperienza documentata o l’iscrizione da lungo tempo agli albi professionali.
Particolare attenzione è riservata ai profili di incompatibilità. Non potranno far parte del collegio coloro che abbiano interessi diretti nell’opera, che abbiano svolto attività di controllo o progettazione sul medesimo intervento o che si trovino in situazioni di conflitto di interesse. Allo stesso modo, la legge esclude chi abbia riportato condanne, anche non definitive, per reati gravi in materia di pubblica amministrazione, corruzione o criminalità organizzata.
Il funzionamento del C.C.T. prevede riunioni periodiche, sopralluoghi e audizioni. Le determinazioni assunte hanno un peso rilevante: non vincolano come una sentenza, ma sono strumenti preventivi che spesso evitano ricorsi, sospensioni e rallentamenti. I compensi spettano ai membri del collegio e variano in base al valore dell’opera e alla complessità delle questioni trattate, con un tetto massimo che non può superare il triplo della parte fissa stabilita dalle norme.