Un cielo limpido, una piazza colma di attesa e poi l’annuncio tanto atteso: Habemus Papam. La Chiesa accoglie il suo nuovo Pontefice, Leone XIV, nato Robert Francis Prevost, statunitense, religioso agostiniano, chiamato a raccogliere il testimone di Papa Francesco. E come un segno provvidenziale, la sua elezione è arrivata proprio l’8 maggio, giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, che il nuovo Papa ha voluto subito ricordare nel suo primo affettuoso saluto al mondo.
«La mia elezione nel giorno della Supplica alla Madonna di Pompei», ha detto affacciandosi alla loggia centrale di San Pietro, con lo sguardo rivolto a migliaia di fedeli e al mondo intero.
Parole semplici e profonde, come quelle che hanno tracciato fin da subito la sua visione pastorale: una Chiesa che “costruisce ponti di dialogo” e “pronta ad accogliere a
braccia aperte chiunque ne abbia bisogno”. Un richiamo forte al Vangelo e alla misericordia, nella scia tracciata dal suo predecessore, al quale ha voluto dedicare un sentito ringraziamento.
Nel cuore della cristianità, è risuonato così il nome di Leone XIV, legato al coraggio e al rinnovamento, ma anche all’umiltà di chi si affida, nel primo passo, a Maria. Una scelta non solo spirituale, ma simbolica: cominciare sotto lo sguardo della Madonna di Pompei, nel giorno in cui milioni di fedeli in tutto il mondo alzano gli occhi al cielo per invocare la sua protezione.
In quel legame tra Roma e Pompei, tra la loggia e l’altare, tra il popolo e il Pastore, si apre ora una nuova pagina. E se ogni Pontificato è una storia di fede, quello di Leone XIV inizia con un cuore già rivolto a chi cerca speranza, consolazione e pace.