Commossa e sentita la partecipazione della comunità di Vico Equense alle esequie di Arcangelo Arpino. In centinaia questo pomeriggio nella chiesa dei SS. Ciro e Giovanni per dare l'estremo saluto all'imprenditore suicidatosi due giorni fa a Pompei.
Una nutrita rappresentanza di amici, parenti e cittadini comuni ai funerali tenutisi in forma solenne quanto riservata. Cerimonia blindatissima agli estranei ed alla stampa.
Questa la scelta della famiglia Arpino, in totale e comprensibile silenzio, nessuna dichiarazione da parte dei presenti alla messa in suffragio del defunto Arcangelo.
A sorpresa assente anche il sindaco Gennaro Cinque, che nei giorni scorsi aveva manifestato ai media locali il suo profondo cordoglio per l'accaduto.
«Carissimi, cerchiamo di stare tutti più vicino a chi è vittima della crisi, evitando che ci possano essere altri Arcangelo» questo è stato il commento del parroco di Vico che ha celebrato il rito funebre «la stampa non strumentalizzi questo episodio ma abbia rispetto del dolore di questa famiglia».
Dal pulpito la predica
e le impressioni di tutti coloro che conoscevano Arcangelo, che non si spiegano un simile gesto nonostante il momento critico per l'intera imprenditoria locale.
Attacchi all'eccessiva pressione di Equitalia, ormai divenuta il mostro, la bestia nera di tutti gli operatori del commercio nella penisola.
Una delle tre lettere lasciate da Arcangelo Arpino prima del folle gesto era indirizzata appunto alla società di riscossione che aveva messo alle strette la sua impresa con una marea di cartelle esattoriali.
Il dolore della famiglia dell'imprenditore, originario della frazione Fornacelle, misto alla rabbia dei tanti paesani che vivono in malo modo la crisi economica attuale, insomma un pomeriggio triste e tetro quello vissuto dall'intero paese di Vico Equense.
Il feretro contenente il corpo di Arcangelo, una volta terminata la messa, è stato trasportato verso il cimitero di San Francesco, nell'omonima frazione collinare.
Enorme il bagno di folla accorsa in centro per salutare l'uomo, prima ancora che l'imprenditore, che lascia questo mondo per approdare sicuro nella casa del Signore.