Cronaca

S.M.La Carità: Estorsioni, incendio in un vivaio

Il titolare denunciò gli emissari del racket. La scritta: «Ritratta».

di Francesco Fusco


Avvertimento a un imprenditore che, con le sue denunce, inchiodò la scorsa primavera i signori del racket sammaritano appartenenti al clan Esposito. Ignoti, utilizzando liquido infiammabile, hanno appiccato all’alba di mercoledì le fiamme a un vivaio situato in via Madonna delle Grazie (al confine con Gragnano), distruggendo varie attrezzature agricole. Il 31enne proprietario, originario di Sant’Antonio Abate, avrebbe dovuto testimoniare ieri mattina al processo per associazione di stampo camorristico ed estorsione che vede imputati quattro affiliati al clan Esposito, tra cui il consigliere comunale Salvatore Cannavacciuolo attualmente detenuto. L’imprenditore ieri non si è presentato ma, spiegano gli inquirenti, è solo un rinvio. Il raid si è consumato intorno alle 4 del mattino. In un primo momento si è pensato a una bomba, ma i carabinieri hanno poi accertato che gli attentatori hanno agito utilizzando della benzina. In un attimo le lingue di fuoco, partite dall’ingresso dell’edificio, si sono propagate all’interno della struttura. Soltanto il tempestivo intervento dei vigili del fuoco e di alcuni residenti della zona ha evitato che l’incendio si estendesse all’intero stabilimento. Nel corso dei successivi sopralluoghi, i carabinieri del nucleo operativo stabiese agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella hanno poi rinvenuto una scritta su una pietra situata a poche decine di metri dal vivaio: «Ritratta la tua denuncia». Chiaro l’avvertimento all’imprenditore che già in passato è stato vittima di vari episodi di violenza,

anche personale. In particolare, poco prima degli arresti l’uomo fu avvicinato da quattro esponenti del clan, i quali gli «intimarono» di ritrattare le dichiarazioni rese ai carabinieri nei confronti degli esponenti della cosca sammaritana e relative alle estorsioni patite dallo stesso. E proprio il coraggio di alcuni imprenditori ha consentito agli inquirenti di sgominare un clan che ha agito per diversi anni sul territorio di Santa Maria La Carità. In poco più di 4 mesi, la cosca capeggiata da Antonio Esposito, detto Tonino 'o Biondo e oggi collaboratore di giustizia, è stata infatti letteralmente decapitata. Il primo blitz scattò lo scorso 25 febbraio, con l’arresto di 4 persone accusate di estorsione e minacce. Solo un preludio alla cosiddetta operazione «Carità», eseguita l’8 maggio scorso, che decapitò l’intero clan con 7 provvedimenti di fermo. L’ultimo raid incendiario di via Madonna delle Grazie ha intanto suscitato rabbia e incredulità anche tra i rappresentanti delle istituzioni cittadine. «Sono indignato e amareggiato – afferma il sindaco Franco Cascone -, perché quando in un paese si mette a rischio la libertà personale non si può e non si deve restare fermi. Santa Maria non è la città della camorra, anche se nell’ultimo periodo si stanno verificando degli episodi che non hanno nulla a che vedere con la cultura dei cittadini sammaritani. Quello della malavita - conclude - è un cancro da estirpare e che tutti noi dobbiamo combattere dando la massima collaborazione alle forze dell’ordine e restando vicini alle vittime di queste azioni».


giovedì 4 dicembre 2008 - 13.59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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