È una storia di fede e amore quella della meravigliosa statua della Madonna del Carmelo che era custodita nella settecentesca chiesa di San Giuseppe in San Giuseppe Vesuviano e che in questi giorni, dopo ben 119 anni, è ritornata alla Comunità parrocchiale.
La statua fu affidata al signor Innocenzo Ambrosio che la portò nella sua abitazione per salvarla dalle mani sacrileghe, a seguito della tragedia della Domenica delle Palme 1906 (8 aprile) quando durante l’eruzione del Vesuvio franò il tetto della Cappella dello Spirito Santo (detta dell’Oratorio), in quel momento adibita provvisoriamente a sede parrocchiale dove erano custoditi la maggior parte degli arredi della Comunità, in attesa del completamento dei lavori di costruzione della nuova grande chiesa, oggi conosciuta come il celebre Santuario di San Giuseppe.
A seguito della tragedia la famiglia Ambrosio ha custodito con amore il simulacro e, anche grazie alla devozione della maestra Francesca (figlia di Innocenzo), ha tenuto vivo il culto per diversi anni organizzando incontri di preghiera e una processione che si svolgeva ogni anno nel giorno della festa. Con l’estinzione di questa tradizione si era anche perso il ricordo collettivo dell’esistenza della statua la cui memoria era documentata da brevi accenni nella descrizione della chiesa settecentesca e da una foto del 1906, dove la sagoma del simulacro compare tra le macerie della Cappella dell’Oratorio.
Grazie al lavoro di ‘
restauro della memoria’ condotto del parroco emerito p. Rosario Avino si è riusciti a ricostruire le vicende della statua e pianificare il ritorno della Madonna alla Comunità del Santuario di San Giuseppe.
L’opera è stata mostrata allo studioso di scultura napoletana Egidio Valcaccia che ne ha constatato l’importanza storico-artistica e le peculiarità che permettono di identificare la Madonna del Carmelo come opera autografa del celebre maestro Arcangelo Testa (1786-1859), uno degli indiscussi protagonisti della scultura napoletana dell’Ottocento. Lo studioso ha sottolineato che si tratta di una delle poche opere a pupo del maestro che ci giungono praticamente integre, completa dell’originale statuetta di Gesù bambino, delle corone e di abiti antichi. Anche le stoffe, in seta con decorazioni in ricami dorati, presentano un particolare pregio.
L’intento del nuovo parroco p. Giampietro Brizi è di restituire il simulacro al culto il prossimo 8 aprile in una celebrazione in memoria delle vittime dell’eruzione del Vesuvio, in occasione del 120° anniversario della tragedia.
La statua ha urgente bisogno di essere sottoposta a un intervento di manutenzione, che preveda almeno il trattamento di disinfestazione dagli insetti xilofagi e di consolidamento. Pertanto si ci affida alla generosità dei fedeli per salvare un’opera d’arte che rappresenta un segno concreto dell'amore profondo e della fede di quanti ci hanno preceduti.