Cronaca

San Giorgio - Scandalo loculi cimiteriali, rinviati a giudizio 15 imputati per associazione a delinquere

Tra di loro anche gli arrestati dello scorso aprile Roberto Riccio, Alex Ammendola e il colonnello della polizia municipale Enrico Maglione

di Francesco De Sio


Compravendita illecita di nicchie al Camposanto comunale di San Giorgio a Cremano, rinviati a giudizio i 15 indagati per l'ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione. Tra di loro anche i tre arrestati dello scorso 12 aprile: Roberto Riccio (allora titolare della Zeus, ditta che gestisce i servizi cimiteriali), Alex Ammendola (capo degli operai) ed il pubblico ufficiale Enrico Maglione (colonnello della sezione Mortuaria della polizia municipale).

Il Gup del tribunale di Napoli ha quindi mandato tutti a processo, la cui prima udienza dovrebbe tenersi già il mese prossimo. Parallelamente a questa, per i tre arrestati è in corso il giudizio immediato per corruzione, concussione e - solo per l'ufficiale della Municipale - falso in atto pubblico. Ammendola, avendo richiesto in questo caso il rito abbreviato, avrà diritto ad uno sconto della pena: per lui il Pm ha già invocato una pena di 6 anni di carcere.

Dal 30 novembre Riccio e Maglione si trovano agli arresti domiciliari dopo che la Cassazione ha ritenuto valido il ricorso del Riesame per il riconoscimento dell'accusa di associazione a delinquere. Nessuna misura cautelare invece per gli altri dodici imputati, ossia per i privati che si sono resi protagonisti della vendita o dell'acquisto dei loculi tramite trattiva privata, una pratica vietata dalla legg

e. Secondo le indagini dei carabinieri della stazione di San Giorgio, il sistema messo in piedi nel cimitero ha portato allo smembramento di tre nicchie da cui ne sarebbero state ricavate ben undici.

Nel periodo precedente alla reclusione domiciliare, il colonnello Maglione era tornato a prestare servizio presso il comando di via Galdieri, seppur spostato a capo della polizia amministrativa. Per bloccare il suo ritorno la giunta avrebbe dovuto emette un'apposita delibera che avrebbe potuto poi essere impugnata dal lavoratore in sede civile. Un corto circuito giurisdizionale rischioso per le casse dell'Ente, che lo stesso sindaco Zinno non ha mancato di definire come «una legge sbagliata».

Sul reintegro di Maglione sta indagando anche la Procura di Napoli, ma dal Comune filtra la massima tranquillità per la posizione assunta. Il rinvio a giudizio odierno ovviamente non cambia le carte in tavola: ragion per cui la sua eventuale scarcerazione lo riporterebbe nuovamente al lavoro dietro la sua scrivania.

Per quanto riguarda la Zeus, 'sgravata' da qualche mese della figura di Riccio, la Prefettura ha fatto sapere di aver inviato un commissario per valutarne nel quotidiano la gestione del cimitero. La misura - è bene sottolinearlo - non riguarda in alcun modo il Comune di San Giorgio ed è da considerarsi di prassi, visto il rapporto della ditta con un ente pubblico.


venerdì 18 gennaio 2019 - 19:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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