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Juve Stabia - Lovisa: «Castellammare mi fa bene. Il gruppo ha fame e umiltà»

Il direttore sportivo delle Vespe in occasione del Palermo Football Meeting: «Ho 29 anni, voglio migliorare anno dopo anno, senza montarmi la testa»

di Davide Soccavo


In occasione del Palermo Football Meeting, è intervenuto Matteo Lovisa, direttore sportivo della Juve Stabia, per parlare del suo percorso professionale, delle ambizioni personali e del presente a Castellammare.

«È solo l’inizio, ma credo di essere partito bene. Ho ancora tanto da imparare, soprattutto perché sono giovane rispetto a tanti colleghi più esperti. È fondamentale restare aggiornati, studiare costantemente e cercare di entrare nella testa dei giocatori il più possibile. La scelta di un calciatore — che sia forte o meno — non è mai banale e va ponderata con attenzione.»

Lovisa ha poi raccontato l’origine della sua passione per il ruolo: «Fare il direttore sportivo è qualcosa che ho sempre desiderato. Ovviamente i risultati aiutano, ma so bene che questo è un lavoro in cui si è costantemente sotto i riflettori. Siamo al terzo anno a Castellammare, e finora sta andando bene. Il segreto è mantenere sempre equilibrio, perché non c’è mai davvero tempo per esultare o abbattersi: bisogna essere lucidi, sempre.»

Nessuna dichiarazione altisonante sugli obiettivi, solo concretezza: «Il mio sogno nel cassetto? Spero che riusciremo a salvarci quest’anno. Non mi piace sognare troppo, sono una persona pratica. È chiaro che c’&

egrave; sempre la volontà di migliorare anno dopo anno. Ho 29 anni, sono orgoglioso del mio percorso, ma se inizio a cullarmi su ciò che ho già fatto, non vado da nessuna parte. Da giovani si tende a estremizzare tutto, per questo è importante agire con equilibrio e senso pratico.»

Tra i suoi modelli, Lovisa cita anche uno dei presenti al meeting: «Ho diversi punti di riferimento. Uno, qui con noi oggi, è Stefano Marchetti: ha dimostrato negli anni che si può fare calcio di alto livello anche in realtà medio-piccole. Il calcio, però, sta cambiando, e oggi è più complicato competere in certi contesti. Purtroppo, con l’arrivo di proprietà estere e fondi, la figura del direttore sportivo viene spesso messa in secondo piano. Eppure, per me, resta fondamentale: ogni squadra ha bisogno di riferimenti chiari. Più confusione c’è in una società, più il campo ne risente. E con il campo, anche i risultati.»

Infine, una battuta sul futuro e le voci di mercato: «Non c’è stato nulla di concreto tra me e il Palermo. A Castellammare sto bene, è un ambiente che mi fa crescere. Ho la fortuna di lavorare con giocatori umili, che non si lasciano condizionare dai singoli episodi, né positivi né negativi. E questa è una grande risorsa.»


martedì 7 ottobre 2025 - 07:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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