Tre fermi per l'omicidio di Alfonso Cesarano, il 34enne di Gragnano freddato a colpi di pistola mentre tornava a casa. Si tratta di Salvatore Bifulco, 55enne incensurato, Aniello Mirante, 38 anni, e Rita Letizia Maugeri, 49enne incensurata: sono attualmente sotto accusa nell'ambito delle indagini in merito all'agguato al 34enne. L’operazione, condotta dai carabinieri di Torre Annunziata e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, segna una svolta nelle indagini su un omicidio che ha scosso la città e l’intera area dei Monti Lattari.In base alle ricostruzioni degli inquirenti, pare che Bifulco fosse alla guida dello scooter, mentre Mirante - in base a quanto ricostruito - anch'egli sullo scooter avrebbe fatto fuoco; la donna invece avrebbe partecipato ad un sopralluogo sul luogo dell'agguato e avrebbe contribuito a fornire il garage per lo scooter rubato utilizzato per il raid.
Cesarano, 3
4 anni, figlio di uno dei decani della pasta gragnanese, era già noto alle forze dell’ordine e in passato ritenuto vicino al clan Di Martino. Al momento del delitto stava scontando una misura ai domiciliari per tentato omicidio, ma otteneva permessi per lavorare nel pastificio. Proprio al termine di una giornata di lavoro, in sella al suo scooter, fu raggiunto dai sicari: cinque colpi lo uccisero sul colpo.
Non era la prima volta che finiva nel mirino. Due anni prima era scampato a un agguato armato, un segnale che faceva intuire l’esistenza di un conto criminale ancora aperto. Le indagini stanno ricostruendo dinamiche, movente e ruoli dei sicari. Tra le ipotesi ci sarebbe quella di un regolamento di conti maturato in un contesto di faide e vendette trasversali. Resta ora da capire se l'agguato possa rappresentare un ulteriore capitolo di una spirale di violenza che continua a insanguinare i Monti Lattari.