"Resto sbigottito non tanto dalla critica, che in politica è legittima e persino necessaria, quanto dal modo in cui è stata espressa. Le parole hanno un peso. E chi le parole le sa usare dovrebbe soppesarle, soprattutto quando si rivolge a una comunità che, storicamente, ha dovuto lottare per ottenere diritti e riconoscimento". Così Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana, si scaglia contro chi contesta il Pride in programma a settembre. "Definire “carnevalata” il Pride, come ha fatto il consigliere D’Apuzzo, è un’espressione di cattivo gusto, culturalmente al ribasso e figlia di un’ignoranza – spero inconsapevole – rispetto alla storia e alle ragioni profonde di una manifestazione come questa. - prosegue Scala - Il Pride non è un travestimento folcloristico, ma il frutto di decenni di battaglie civili, nate per rivendicare dignità, libertà e uguaglianza di fronte a discriminazioni, violenze e marginalizzazione. Castellammare, per la sua storia, è una
città libera, che accoglie, che lotta per la rivendicazione di diritti. È stata ed è luogo di resistenza civile, di solidarietà e di apertura verso il mondo, e non può permettersi di tradire questa vocazione. Quanto ai presunti “30mila euro di contributo”, va chiarito che non si tratta di fondi in denaro, ma di servizi: maxi-schermo, microfoni, transenne, ambulanza, addetti, affissioni. È il minimo sindacale quando una città sceglie di essere sede di un evento di tale rilevanza: garantire sicurezza, accessibilità e buon svolgimento. Non è un favore a una parte, ma un dovere verso la cittadinanza tutta. Le critiche sono ben accette e possono far crescere una comunità, anche quando – come in questo caso – non hanno fondamento. Ma il linguaggio usato segna la differenza tra un confronto politico e un attacco gratuito. E quando si parla di diritti, il compito della politica non è strizzare l’occhio ai pregiudizi, ma difendere con fermezza le libertà di tutte e di tutti".