Sono serviti 9 anni per ricostruire gli ultimi istanti di vita di Raffaele Carolei, ras di Castellammare di Stabia di cui non si avevano più notizie. Un classico caso di lupara bianca che la Direzione Distrettuale Antimafia ha risolto anche grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Rapicano. Secondo quanto ricostruito, il Carolei fu condotto all'interno della casa di Catello Rapicano dove fu poi aggredito da Pasquale Rapicano e Giovanni Savarese che con una corda lo ha ucciso. A prendere parte anche Gaetano Vitale che gli bloccava le mani per impedirgli di potersene liberare mentre un minorenne controllava che nessuno disturbasse i tre. Nella giornata di ieri è scattato l'arresto per Vitale e Savarese che ora dovranno difendersi dall'accusa di omicidio. Dopo aver ucciso Carolei, il gruppo criminale lo ha fatto sparire occultando il corpo che non è mai stato trova
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Per anni le forze dell'ordine hanno cercato invano il Carolei seguendo piste che spesso si sono rivelate infondate. Dopo le dichiarazioni di Rapicano, c'è stata la svolta che ha permesso di ricostruire il movente dell'omicidio. Ma sul mandante c'è ancora qualche dubbio. Sicuramente un esponente del clan D'Alessandro di Scanzano che era in guerra con gli Omobono Scarpa. Secondo la DDA, Carolei fu ucciso per aver fatto parte del clan antagonista dei D'Alessandro e aver partecipato all’omicidio di Verdoliva Giuseppe, autista e persona di estrema fiducia del defunto capo clan Michele D'Alessandro. Iniziano quindi a dare i propri frutti le testimonianze di Rapicano che ormai da due anni sta rivelando i segreti della cupola di Scanzano. Affari, omicidi, intrecci politici: nuove informazioni per la magistratura per sferrare il colpo definitivo alla camorra di Castellammare.