Il comune di Castellammare di Stabia ed SOS Impresa pronti a costituirsi parte civile nel processo Tsunami. E’ questa l’indiscrezione che abbiamo raccolto nella giornata di ieri dagli ambienti vicini ai due enti che già negli scorsi mesi avevano preso la stessa decisione nell’ambito del processo Olimpo.
Un processo, quello denominato Tsunami, che vede coinvolti 29 persone fra boss e affiliati del clan D'Alessandro. Fra i 29 indagati, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, ci sono – oltre a quelli che sono ritenuti i capi del sodalizio come Enzo D'Alessandro, Teresa Martone e Paolo Carolei – figurano anche i nomi di Francesco Belviso e Renato Cavaliere, due pentiti. Uno “Tsunami” con cui la DDA prova a colpire il clan con un maxi processo che potrebbe decapitare la cosca di Scanzano.
Gli investigatori si sono serviti di intercettazioni telefoniche e ambientali per incastrare soprattutto i principali esponenti dei D'Alessandro. Tutto ruota soprattutto intorno a 'Enzuccio' (ora in lib
ertà) figlio del capoclan Michele D'Alessandro che ha gestito per anni l'organizzazione criminale. Un boss senza scrupoli che imponeva tassi estorsivi elevatissimi e che colpiva più imprenditori contemporaneamente.
La percentuale di Scanzano sugli appalti era del 5%, sia su lavori pubblici che privati. Al centro dell'inchiesta è finita anche la figura di Teresa Martone, madre di Vincenzo D'Alessandro, la quale ha gestito la cosca nei periodi di vuoto di potere (al momento è ai domiciliari dopo l'inchiesta Olimpo del dicembre scorso).
Rilevante contestualmente la figura di Paolo Carolei, esponente di spicco della cosca di Scanzano che riusciva ad intercettare lavori di tutti i tipi imponendo poi il pizzo agli imprenditori. Una figura pericolosa quella del Carolei che ha scalato velocemente le gerarchie della cosca fino a diventare reggente dopo l'arresto di Vincenzo D'Alessandro. Per 'Paoluccio' potrebbe arrivare una condanna dopo quella ricevuta per l'inchiesta Golden Gol che lo ha costretto anche al regime di 41bis.