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Castellammare - Nuovo Savorito, i dubbi di parte della minoranza

«Approvato un atto estremamente pericoloso per l’equilibrio finanziario dell’ente».


«Nel consiglio comunale del 31 marzo si è consumata una pagina preoccupante per la vita amministrativa e finanziaria dell’Ente». E’ la convinzione dei consiglieri comunali di minoranza Antonio Cimmino, Nicola de Filippo, Antonio Federico e Pasquale D’Apice assenti all’assise dell’altro giorno dopo che la loro richiesta di rinviare la discussione su Savorito era stata ignorata dalla maggioranza.

Ma prima di spiegare i motivi per cui criticano la delibera proposta dalla maggioranza sulla rigenerazione del rione Savorito, hanno voluto sottolineare che «oggi in consiglio esiste un’opposizione. L’opposizione vera - coerente con il proprio ruolo e con il rispetto delle regole democratiche».  Un modo per prendere le distanze anche dagli altri 4 consiglieri di minoranza (Mario D’Apuzzo, Rosanna De Simone, Antonio Alfano e Teresa Cesarano) che hanno deciso, in un modo o nell’altro di partecipare alla discussione in aula senza comunque esprimere il proprio voto alla delibera.

«Nonostante l’esplicita richiesta formale di rinviare la seduta per l'indisponibilità già comunicata dai consiglieri di opposizione – spiegano Cimmino, de Filippo, Federico e D’Apice -  la maggioranza ha ignorato ogni segnale e ha forzato la convocazione per il 31 marzo, alimentando la frattura e dimostrando ancora una volta di non essere in grado di garantire un confronto trasparente e rispettoso. Al centro del consiglio c’era la delibera con cui l’amministrazione intende ricorrere eventualmente a fondi comunali per un importo di 15 milioni di euro per il programma di rigenerazione urbana del rione Savorito, nel caso - sempre più concreto - di perdita del finanziamento Pnrr per il mancato rispetto delle scadenze. Il provvedimento approvato dalla giunta e portato in consiglio solleva molteplici perplessità sia sotto il profilo tecnico che politico. Innanzitutto, il progetto presenta evidenti lacune: la validazione e la successiva approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica sono avvenute nonostante le numerose criticità rilevate, in particolare quelle relative ai sottoservizi e ai vincoli urbanistici, evidenziate già in sede di conferenza dei

servizi. Le prescrizioni di merito sono state rinviate alla progettazione esecutiva, ma senza una reale garanzia di risoluzione. A ciò si aggiunge un passaggio ancora più delicato: la giunta ha portato in aula un provvedimento senza la certezza della copertura finanziaria, pur andando avanti con l’affidamento della gara. Un atto potenzialmente lesivo per l’ente, che espone l’amministrazione a riserve e contenziosi da parte dell’impresa affidataria, che - a contratto firmato - si troverebbe a operare in assenza di certezze sulle fonti di finanziamento. Emblematico il comportamento del responsabile del settore economico-finanziario, il quale prima esprime un parere favorevole e subito dopo lo condiziona a una lunga serie di prescrizioni, che annullano di fatto la portata del parere stesso. In ambito amministrativo, un parere contabile o è favorevole o non lo è: quello espresso è un evidente tentativo di deresponsabilizzazione, in una situazione di caos procedurale. Ma c’è di più: nel corpo della delibera si arriva al paradosso amministrativo di autorizzare gli uffici a sottoscrivere un atto con l’impresa che renda efficace il contratto e avvii i lavori indipendentemente dall’esistenza di un finanziamento certo. Significa, in sostanza, che l’ente dovrebbe impegnarsi contrattualmente senza sapere come e con quali fondi pagherà le opere. Tutto questo rende la delibera un atto estremamente pericoloso per l’equilibrio finanziario dell’ente e una chiara dimostrazione dell’incapacità politica di una giunta che ha smarrito la bussola. Il tentativo di coinvolgere il consiglio comunale in responsabilità che derivano dall’inadeguatezza dell’esecutivo è non solo scorretto, ma anche offensivo dell’intelligenza di chi ha a cuore il destino della città. In questa vicenda, l’opposizione ha scelto con chiarezza da che parte stare: dalla parte della trasparenza, della correttezza istituzionale e della responsabilità vera. Ora più che mai, occorre che cittadini e organi di controllo aprano gli occhi su un modo di amministrare che, oltre a essere poco rispettoso delle regole, mette a rischio le risorse e il futuro della città» hanno concluso.

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mercoledì 2 aprile 2025 - 09:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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