Castellammare di Stabia è una città che ha tutto per essere una grande destinazione turistica: mare, monti, terme, archeologia e una storia millenaria che trasuda dalle sue strade. Ma per trasformare il suo potenziale in un sistema turistico efficiente e competitivo, la chiave resta una sola: i trasporti.
Negli ultimi anni la città ha vissuto una rinnovata vitalità. Gli scavi archeologici, tra i più affascinanti della Campania, stanno tornando al centro dell’interesse di studiosi e visitatori, grazie anche ai nuovi progetti di valorizzazione legati al Parco Archeologico di Pompei. L’area stabiese, con le ville di San Marco e Arianna e il Museo Libero D'Orsi, rappresenta un tassello prezioso del mosaico romano che unisce il golfo di Napoli alla penisola sorrentina. Un patrimonio che, con investimenti mirati, potrebbe diventare un polo culturale autonomo, capace di attrarre turismo di qualità durante tutto l’anno.
Ma la crescita reale passa dalle infrastrutture. Castellammare è un nodo strategico tra Napoli e la Costiera, eppure continua a scontare le difficoltà croniche della mobilità: la Circumvesuviana spesso in tilt, collegamenti marittimi discontinui, viabilit&a
grave; congestionata nei mesi estivi. Migliorare l’accessibilità significherebbe moltiplicare i flussi turistici, favorendo l’integrazione con Sorrento, Pompei e le isole del Golfo.
Le potenzialità ci sono: il porto, oggi in fase di riorganizzazione, può diventare un hub csempre più rilevante nel Mediterraneo, mentre la stazione ferroviaria e il sistema dei trasporti pubblici necessitano di un potenziamento in chiave turistica, con corse dirette e intermodalità reale tra treni, autobus e aliscafi.
A completare il quadro c’è il mare. Le spiagge e i lidi stabiesi, insieme al lungomare rinnovato, rappresentano un biglietto da visita che deve essere valorizzato con politiche di sostenibilità ambientale, manutenzione costante e promozione mirata.
Castellammare può tornare ad essere la “porta delle meraviglie” del Golfo, ma serve una visione integrata: infrastrutture moderne, sinergie tra enti, tutela del paesaggio e una narrazione turistica che unisca il fascino delle sue radici con l’efficienza del presente. Solo così la città potrà passare dal potenziale alla piena realizzazione di una vocazione che le appartiene da sempre.