Cronaca

Castellammare - La prof della Salvati in carcere per pedofilia chiede i domiciliari

Il dibattito in aula riprenderà a settembre, quando nuove testimonianze e prove potrebbero contribuire a definire la verità su una vicenda tanto inquietante quanto dolorosa.


Veronica Sposito, 37 anni, ex docente della scuola media Salvati di Scanzano, continua a chiedere di essere scarcerata. Dopo quasi sei mesi di detenzione in carcere, la Sposito ha presentato una nuova richiesta di scarcerazione durante l’ultima udienza dell’incidente probatorio, che si è tenuta in settimana presso il tribunale di Torre Annunziata, presieduto dalla giudice per le indagini preliminari Luisa Crasta.
Accusata di gravi reati di pedofilia, la Sposito ha già visto una sua precedente richiesta di scarcerazione respinta a gennaio. In questa occasione, attraverso il suo avvocato, il penalista Francesco Cappiello, ha chiesto di sostituire la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari da scontare fuori regione. Una richiesta che, a questo punto, rimane nelle mani del giudice.

Nel corso dell’udienza, i periti nominati dal tribunale per far luce sui racconti delle sette vittime - tutte di età inferiore ai 13 anni - hanno richiesto un ulteriore termine per presentare i loro elaborati. La prossima udienza è stata fissata per il mese di settembre, mentre i bambini, supportati dai legali Antonio de Martino e Raffaele Pucci, continuano a confermare le loro testimonianze, come già fatto durante l’indagine condotta dai carabinieri.

L’inchiesta, avviata lo scorso novembre, era scaturita dalle denunce presentate dai genitori delle presunte vittime, che si sono rivolti alle autorità in momenti separati. La situazione di tensione ha raggiunto un apice drammatico quando un gruppo di genitori ha aggredito fisicamente la professoressa all’esterno della scuola, un episodio che ha

attirato l’attenzione dei media nazionali.

Le accuse si fondano su una serie di testimonianze raccolte in modalità protetta, supportate da uno psicologo, e su scambi di messaggi all’interno di una chat chiamata “La Saletta”, il nome della stanza della scuola dove si sarebbero svolti gli abusi. Le indagini hanno anche portato alla scoperta di materiale pornografico nell’abitazione della Sposito, creando un quadro accusatorio a dir poco allarmante.

Secondo le ricostruzioni, l'ex professoressa avrebbe prelevato i minori durante le ore di lezione, portandoli in un'aula separate con la scusa di aiutarli a “recuperare” su alcune materie. Tuttavia, il suo compito educativo si sarebbe trasformato in qualcosa di ben più oscuro, con proclami e suggerimenti di contenuto sessuale rivolti ai bambini. Gli alunni riferiscono che la Sposito avrebbe impartito istruzioni su come baciarsi, toccarsi e perfino praticare la masturbazione. In alcuni casi, le vittime avrebbero tentato di opporsi, scatenando reazioni violente da parte della docente.

La Sposito ha sempre negato ogni accusa durante l’interrogatorio di garanzia e continua a sostenere la propria innocenza. La comunità è in attesa dell’esito dell’inchiesta, che si preannuncia complessa e delicata, con gli occhi puntati su un caso che segna profondamente il mondo della scuola e la fiducia riposta negli educatori.
Il dibattito in aula riprenderà a settembre, quando nuove testimonianze e prove potrebbero contribuire a definire la verità su una vicenda tanto inquietante quanto dolorosa.
 
 


domenica 6 luglio 2025 - 09:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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