Cronaca

Castellammare - Istituto Alberghiero 'Viviani', chiusa la sede e il gas: «Così si spegne il futuro dei giovani»

Antonio Sessa denuncia la chiusura dell’impianto e il trasferimento forzato dell’istituto: «Una violenza istituzionale che colpisce dignità, formazione e speranze di un’intera generazione»


Una lettera della Città Metropolitana ha imposto il trasferimento immediato dell’Istituto Alberghiero “Raffaele Viviani” di Castellammare di Stabia nei locali istituzionali di Via Savorito, scatenando forti proteste da parte della comunità scolastica e dell’amministrazione locale.

La decisione, comunicata solo due settimane fa, lascia appena tre giorni lavorativi prima dell’inizio dell’anno scolastico per organizzare il trasferimento e allestire aule, laboratori, uffici e impianti.

A peggiorare la situazione, è arrivata anche la chiusura dell’impianto del gas, che di fatto rende inutilizzabili le cucine e i laboratori, cuore pulsante di un istituto alberghiero.

Monta la rabbia tra studenti, docenti e famiglie. A farsi portavoce del malcontento è Antonio Sessa, presidente dell’Associazione Giovani Stabiesi ed ex studente del “Viviani”:

«Sono indignato e profondamente amareggiato per quanto sta accadendo all’Istituto Alberghiero “Raffaele Viviani” di Castellammare di Stabia. Dopo lo sfratto, oggi arriva un nuovo atto che ferisce la scuola e l’intera comunità: la chiusura del gas.»

«Non si tratta di un dettaglio tecnico, ma di una scelta che spegne i laboratori, paralizza le cucine, blocca la formazione e colpisce direttamente la dignità di centinaia di studenti e delle loro famiglie. È un gesto che non solo mette in ginocchio un percorso didattico, ma lancia un messaggio terribile: i sogni e il futuro dei giovani possono essere spenti con una semp

lice manopola.»

«Parlo da giovane, da ex studente e da ex rappresentante del Viviani, e non posso restare in silenzio di fronte a quella che considero una vera e propria violenza istituzionale. Togliere il gas a un istituto alberghiero significa spegnere la fiamma della scuola pubblica, significa privare una città della sua ricchezza più grande, significa calpestare il diritto alla formazione e alla speranza.»

«Non è accettabile che, mentre si parla di tavoli di confronto e di soluzioni condivise, si compiano azioni unilaterali che sanno di accanimento. Il “Viviani” non è un edificio da svuotare con ordinanze e sigilli: è un presidio di cultura, professionalità e futuro, un patrimonio che appartiene a Castellammare e a tutta la comunità.»

«Il Viviani non si spegne. Non lo spegneranno con lo sfratto, né con il gas chiuso, né con la burocrazia. Perché dentro quelle cucine e quei laboratori non ci sono solo fornelli e attrezzature, ma i sogni, la passione e la dignità di una generazione che chiede rispetto.»

«Io sono, e sarò sempre, al fianco degli studenti, dei docenti e delle famiglie. Difendere il Viviani significa difendere la scuola pubblica, la formazione, il lavoro e il futuro di tutti.»

La comunità scolastica attende ora risposte concrete da parte delle istituzioni e chiede che venga garantito il diritto allo studio in condizioni dignitose, senza misure drastiche che penalizzino l’istruzione professionale e i suoi protagonisti.


mercoledì 24 settembre 2025 - 15:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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