Dopo 23 anni di intenso lavoro, passione ed amore per la sua cara Castellammare di Stabia, Osvaldo Conte, per raggunti limiti di età, oggi 1 novembre, lascia il coordinamento dell'azienda di cura, soggiorno e turismo stabiese.
Una lunga carriera che lo ha impegnato con dedizione nella “cura” della sua amata città, attraverso tante collaborazioni artistiche e culturali, finalizzate alla crescita sociale e aggregativa di Castellammare. Con grande entusiasmo Osvaldo ha lavorato per Castellammare ed è grazie a lui se tanti progetti e manifestazioni nel corso degli anni sono state realizzate.
D. 23 anni di attività culturale ed organizzativa unicamente dedicata alla crescita di Castellammare di Stabia. Come ti senti ad andare in pensione, dopo tutti questi anni, di intenso impegno e passione, passati al “servizio” della tua amata città?.
R. Per la verità 23 trascorsi a Castellammare di Stabia e circa una ventina in giro per le pubbliche amministrazioni - per citarne solo alcune, ufficio di Presidenza della Provincia di Napoli; ufficio economato della Provincia; ufficio di Presidenza Comitato di Controllo Enri Locali , con l'indimenticabile avv. Antonio Somma Presidente, persona di grandissima qualità morale, al di là del credo politico. Credo che la vita sia fatta di cicli, ed è arrivato anche per me il momento di andare in pensione per raggiunti limiti di età. Ma il mio cervello si è fermato a 18 anni, sei mesi e un giorno, per cui la passione e l'entusiasmo non mi mancano. Oltre alla famiglia, ho due grandi amori: la Juve Stabia e la città di Castellammare di Stabia, insieme al suo meraviglioso comprensorio dei Monti Lattari.
D. Com'è iniziata la tua lunga carriera alla guida dell'azienda di cura, soggiorno e turismo?
R. Sono arrivato in Azienda nel 1996, quando sciolsero i Comitati di Controllo. All'epoca, le Aziende di Turismo erano commissariate, e la Regione Campania mi diede il nulla osta per sostituire il Funzionario collocato in pensione; dopo sei mesi andò via anche il Dirigente, avv. Pagano: da quel momento, bontà sua, la Regione Campania ritenne il sottoscritto "persona giusta al posto giusto", e non inviò altri dirigenti. Così mi ritrovai responsabile di una struttura complessa come l'Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Castellammare di Stabia, creata con Regio Decreto nel lontano 1926 - una data così lontana, indice della floridità turistica della nostra città (a livello nazionale) già all'epoca, vuoi per il clima, vuoi per le acque medicamentose o ancora per le numerose bellezze artistiche e naturali. Ci sarebbe da riflettere molto su questo punto: com'è possibile che un'identità turistica così ben delineata neanche un secolo fa sia oggi così smarrita e confusa?
D. Com'è cambiata la città in questi anni?
R. Purtroppo in circa 80 anni di storia di questa Azienda, Castellammare ha subito, "grazie" al progresso, una metamorfosi negativa che ha compromesso le immense potenzialità del territorio - non dimenticando il disastroso terremoto degli anni '80. Chiaramente per progresso intendo l'effimera industrializzazione che, salvaguardando gli storici cantieri navali, ha portato una momentanea ricchezza, madre, purtroppo, della più svariata speculazione edilizia e sociale, che in pochi anni ha demolito un'immagine cittadina precedentemente nota per la sua eleganza e soprattutto per il suo fermento culturale ed artistico.
D. Quali sono le maggiori potenzialità di Castellammare che, secondo te, andrebbero sviluppate e valorizzate? Ed in che modo?
R. Castellammare non ha bisogno di progetti illuminanti o di cervellotiche ideee. Stabia è bella per il suo clima, le sue acque, la sua cultura millenaria, senza considerare le numerose bellezze naturali del territorio. Avendo quasi tutto bisogna avere l'umiltà di rigenerare quello che di bello è stato creato nella prima metà del '900. Una sana economia vive della propria materia prima.
D- Castellammare ha da sempre avuto un ruolo ambivalente ed alterno fra le sue due principali aree di sviluppo: polo industriale e meta culturale e turistica. Luogo ambito, per la posizione, per il clima e per le bellezze naturali, paesaggistiche ed artistiche, nel corso dei secoli è spesso stata meta di ristoro e nell'800 era fra le destinazioni prescelte dei Grand Tour europei; successivamente Castellammare si è sviluppata maggiormente su un piano di crescita industriale, con i cantieri e le fabbriche. Attualmente in che direzione si muove lo sviluppo della città?
R. A partire dalla meta’ del 700, con la scoperta delle citta’ sepolte di Pompei, Ercolano e Stabiae, che il mondo culturale e mondano riceve un ulteriore impulso a mettersi in viaggio alla volta del regno di napoli. L’itinerario, che dalla capitale si snoda attraverso il miglio d’oro, tocca Castellammare di Stabia e prosegue per Sorrento, attraverso la costiera, diventa una tappa imprenscindibile del gran tour in italia. In questo contesto Castellammare, citta’ al centro del golfo di Napoli vive un periodo fiorente e ricco di fermenti culturali. Nel 1839, viene aperta la strada carrozzabile Castellammare-Sorrento e per il viaggiatore sara’ piu’ agevole spostarsi in penisola. Qualche anno dopo, nel 1842, viene inaugurato il tratto ferroviario Portici-Castellammareper cui, da Napoli si impiega circa un’ora per raggiungere la citta’ di stabia famosa anche per le acque minerali. L’incremento del flusso turistico, nonche’ del commercio via mare, che a castellammare trova un agevole porto, favorisce l’apertura di numerosi vice consolati come quelli di Francia, Gran Bretagna, Austria, Svezia, Danimarca, Russia, Grecia, Spagna e Portogallo. Nel contesto delle ricchezze che offre il territorio di Castellammare gia’ a quell’epoca e’ da annoverare il bacino idrico stabiese, uno dei piu’ ricchi d’Italia per le numerose sorgenti calcaree medicamentose. Il valore di questa immensa eredita’ naturale era noto fin dai tempi antichi. Numerose sono, infatti, le testimonianze che nel tempo ne hanno reso memoria. Da Plinio il vecchio che, nella sua “naturalis historia”, cita l’acqua acidula di Stabiae, chiamata dimidia, con proprieta’ curative nelle cure delle malattie renali, a columella, suo contemporaneo, che ricorda nel “de re rustica”, Stabiae per le sue famosi sorgenti, testimoniando in tal modo che ai tempi dei romani erano conosciute piu’ tipologie di acque minerali. Questi grandi attrattori naturali del comprensorio stabiese consentivano ai visitatori dell’epoca di effettuare escursioni alla scoperta di siti archeologici e ch
iese seicentesche anche attraverso salutari passeggiate sulle magnifiche colline del meraviglioso parco dei monti lattari la cui perla era ed e’il monte Faito. Questo tuffo nostalgico nel passato di un tempo che fu, si spera, che sia da sprono alle nuove generazioni per riportare questo territtorio agli antichi fasti ,anche per mettere a disposizione dei nuovi viaggiatori un nuova valida offerta turistica.
D. È possibile che Castellammare riprenda a tutti gli effetti la propria vocazione turistica e culturale e diriga il suo sviluppo in questa direzione, conservando tuttavia le peculiarità industriali più importanti come ad esempio il cantiere navale?
R. Partendo proprio dallo storico cantiere navale proporrei di creare un'attività industriale propedeutica allo sviluppo turistico del territorio. Piuttosto che favorire la costruzione delle navi da guerra sarebbe opportuno ideare un grosso bacino da 400 m in modo tale da riconvertire le attività cantieristiche nella ristrutturazione e manutenzione delle navi dei vari gruppi crocieristici presenti sul territorio nazionale; queste potrebbero assorbire tutto il personale dei cantieri, dando luogo, inoltre, ad un immenso indotto ed agevolare l'occupazione giovanile.
D. Quali sono stati i progetti realizzati negli anni che ti hanno dato maggiori soddisfazioni?
R. Prerogativa di questa Azienda, dal primo momento del mio insediamento, è stata quella di una continua collaborazione con le associazioni presenti sul territorio, che hanno dato un aiuto determinante a tutte le azioni di promozione realizzate nel corso di questi anni. Persone magnifiche, amanti del territorio, che hanno sacrificato il loro tempo libero pur di vedere la città di Stabia alla ribalta di eventi significativi in campo nazionale ed internazionale. A tal proposito amo citare la visita informale del Console Generale Christian Much della Repubblica Federale Tedesca nel marzo 2013, di cui allego una lettera di ringraziamento; tale riconoscimento ufficiale alla città è stata certamente una delle mie più grandi soddisfazioni. A questa va affiancata sicuramente un'altra lettera di ringraziamento, questa volta a firma del Comandante del Corpo delle Guardie Svizzere Col. Christoph Graf; in quella ocasione, nel settembre 2016, l'Azienda fu interpellata per organizzare un tour in tre turni per portare l'intero corpo delle Guardie Svizzere in gita nelle più belle località del nostro territorio. A questo punto ritengo doveroso ringraziare i volontari che hanno collaborato attivamente alla buona riuscita di queste magnifiche giornate, in particolare gli amici dell'ass. Verde Pro Natura di Castellammare di Stabia e di Capri, preziosissimi per il pieno successo dell'iniziativa.
D. Gli ostacoli che ti hanno impedito di attuare altri piani ed idee?
R. Non posso non menzionare, purtroppo, l'annoso stato liquidatorio delle Aziende di Turismo della Regione Campania che, per oltre un decennio, non ha permesso una programmazione e un piano di sviluppo coerenti con il territorio. Per questo motivo mi ritengo fortunato ad aver svolto una politica comune con gli amici dell'associazionismo locale, che hanno trovato nella sede storica dell'Azienda di Turismo stabiese un punto di riferimento di sviluppo promozionale della città.
D. Qual è il ruolo dell'azienda di cura, soggiorno e turismo in una città?
R. Fondamentale è un buon front office per le informazioni turistiche, con personale qualificato che possa dare delle informazioni al di là delle attuali possibilità offerte dai mezzi tecnologici: la vera promozione, dovete sapere, si fa anche e soprattutto con il cuore e l'amore verso la propria città.
D. È importante sensibilizzare i cittadini ad un maggiore riguardo per la propria città, all'adempimento dei propri compiti civici e al rispetto delle regole? Quanto è essenziale il ruolo delle istituzioni nell'infondere ai cittadini il senso di appartenenza ad una comunità ed una conseguente educazione civica?
R. Secondo me è importante motivare i cittadini a volere bene alla propria città, valore purtroppo andato perso in seguito a diversi anni di incerta gestione del territorio da parte delle amministrazioni. Una migliore organizzazione dei servizi fondamentali quali pulizia, ordine pubblico, viabilità e parcheggi da parte degli enti preposti, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per indurre i cittadini ad un maggior rispetto della res publica ed una maggiore consapevolezza delle numerose potenzialità del territorio.
D. Raccontaci un episodio della tua lunga carriera che più ti è rimasto nel cuore.
In 23 anni di attività qui in Azienda si sono susseguite talmente tante soddisfazioni ed emozioni che sceglierne una è veramente difficile. Quello che, forse, mi preme portare all'attenzione è il sottovalutato valore, per me inestimabile, del quotidiano: piccole azioni a favore di turisti, sia italiani che stranieri, casomai in difficoltà nel raggiungere le loro destinazioni, aiutarli, accompagnarli, approfittare nel descrivere le bellezze della nostra amata Stabia; vedere, alla fine, la sincera riconoscenza nei loro occhi è certamente una delle parti più gratificanti di questo mestiere, tanto per me quanto per i miei colleghi.
D. Come trascorrerai e a quali attività dedicherai adesso il tuo interesse?
Vorrei prendermi una piccola pausa di riflessione, ma sicuramente l'amore per la città ed i sani contatti che ho intrapreso nel corso degli anni non mi consentiranno di abbandonare a lungo un progetto di rivalutazione del territorio, arricchito anche dai preziosi consigli che ho ricevuto nel tempo da persone veramente degne di essere stabiesi. Tra cui, umilmente, spero possiate includere anche la mia persona. Un ringraziamento doveroso ai miei colleghi d'ufficio che, in questi anni, mi hanno supportato e sopportato in tutte le mie azioni di amore verso questa meravigliosa ed unica città.
Con una grande commozione Osvaldo ci ha tenuto a ringraziare tutti coloro che lo hanno aiutato e sostenuto nella realizzazione del suo lavoro, attraverso le tante collaborazioni fattive con le varie amministrazioni e soprattutto associazioni.
Un lavoro che ha saputo portare avanti nel migliore dei modi, sfruttando al massimo le risorse ed I mezzi ricevuti ed avvalendosi di una spiaccata onestà intellettuale ed amore per la cultura, aiutando Castellammare a crescere e a migliorare.
Non ci resta che ringraziarlo, sperare che il suo operato sia portato avanti da chi lo susseguirà ed augurarci che Castellammare possa finalmente riprendersi il suo meritato ruolo di spicco e di eccellenza culturale in Italia.