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Castellammare - Forza Italia all’attacco del sindaco Vicinanza: «Parole di facciata, l'amministrazione ha fallito»

Di Nardo: «Questa amministrazione non è vittima di attacchi ingiusti, ma della propria incapacità, inerzia e incompetenza».


È un atto d’accusa durissimo quello firmato da Aniello Di Nardo, segretario cittadino di Forza Italia, nei confronti del sindaco Luigi Vicinanza e della sua maggioranza. Un comunicato che smonta, punto per punto, le recenti dichiarazioni del primo cittadino apparse sulla stampa, definite da Di Nardo “parole di facciata” utili solo a “far scorrere acqua sul fuoco ardente” di una crisi politica che, a suo giudizio, è tutt’altro che risolta.
Secondo l’esponente azzurro, le rassicurazioni del sindaco sull’assenza di tensioni nella maggioranza e la soddisfazione mostrata per il sostegno ricevuto sui social non farebbero che mistificare quanto accaduto nelle ultime settimane. “A Castellammare – scrive Di Nardo – si tenta di trasformare una crisi politica gravissima in un racconto epico, dove il problema non è il fallimento dell’amministrazione ma chi osa denunciarlo”.

Nel mirino anche l’uso, definito strumentale, del tema della legalità e della lotta alla camorra. Per il segretario di Forza Italia si starebbe confondendo “la difesa della legalità con la difesa del potere”, utilizzando la parola “camorra” come uno scudo retorico per evitare una valutazione politica seria sull’operato dell’amministrazione. “La città – accusa – affonda sotto il peso dell’inerzia amministrativa e delle responsabilità politiche mai assunte”.

Di Nardo liquida come “effimero e politicamente irrilevante” anche l’appello all’unità lanciato da un anziano sacerdote, sottolineando che non si può chiedere di non fermare un lavoro che, a suo dire, “non è mai partito”. Ancora più grave, secondo Forza Italia, sarebbe l’atteggiamento del sindaco che continua a presentarsi come “paladino solitario della giustizia”, rifiutando le dimissioni e ripetendo slogan contro la criminalità organizzata

, senza però spiegare – sostiene Di Nardo – dove fosse quando si formavano le liste elettorali “senza filtri, senza verifiche, senza trasparenza”.

Nel comunicato viene chiamato in causa anche l’ex sindaco di Gragnano, accusato di ignorare volutamente l’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali sullo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose. “Non serve una condanna del sindaco – ribadisce Di Nardo – ma elementi concreti e rilevanti di collegamenti o condizionamenti, che in questo caso ci sono tutti”.

L’affondo prosegue contro chi parla di “rinascita economica ed etica” della città: “Quale rinascita? – chiede polemicamente – quella dei finanziamenti persi, dell’assenza di una visione di città, dell’immobilismo amministrativo?”. Viene respinto anche il tentativo di delegittimare il dissenso interno definendolo frutto di personalismi: “L’instabilità politica non è un dettaglio, è un regalo ai poteri criminali”.

Di Nardo critica infine la narrazione del sindaco come “salvatore della città”, ricordando che a smantellare i sistemi criminali è stata la magistratura, non la politica. E giudica insufficiente l’idea che le dimissioni di singoli consiglieri possano sanare un quadro compromesso: “Le dimissioni non riscrivono la storia, né cancellano il disastro politico”.

La conclusione è netta: “Questa amministrazione non è vittima di attacchi ingiusti, ma della propria incapacità, inerzia e incompetenza”. Per Castellammare, afferma il segretario cittadino di Forza Italia, non servono “eroi solitari o martiri”, ma una classe dirigente capace di assumersi la responsabilità politica di un fallimento e di “tornare a casa”. Il resto, chiosa, “è solo accanimento terapeutico che la città non merita”.


giovedì 18 dicembre 2025 - 08:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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