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Castellammare - Fincantieri, il futuro appartiene a chi ha il coraggio di cambiare

La Fim-Cisl: «Problematiche salariali. Inadempienze non sempre denunciate dai dipendenti per timore di perdita del posto di lavoro».

di sr


La partenza del Trieste alla volta di Muggiano riporta alla luce tutti i malesseri delle maestranze del cantiere navale di Castellammare di Stabia. Non ci stanno le tute blu – così come l’intera città – a vedersi privato di lavoro che da queste parte serve come il pane.

Ad insorgere ed a prendere anche una posizione ufficiale è la FIM. Il sindacato dei lavoratori ammette:  «avevamo riposto grande fiducia in questo progetto, invece……. risulta chiaro ed evidente il mero e silenzioso malessere che da tre mesi a questa parte colpisce l’intera città : “la città di Castellammare di Stabia”. Un malessere preannunciato, che parte da lontano, da prima con accesa speranza di rinnovamento e aumento occupazionale e subito dopo, quasi inavvertitamente senza rendersi conto della realtà , strappare speranze nel vedere andare via una pietra miliare della MMI mai costruita negli ultimi tempi  in questo cantiere, prendere il largo a fari spenti».

«Le responsabilità e le contraddizioni economico-occupazionale – dice il sindacato - sono da ricercare sicuramente all’interno della direzione aziendale. Un’ Azienda che ha riposto un’attenzione inadeguata allo sviluppo della commessa, basti osservare l’esiguo numero di maestranze interne ed esterne impiegate nel processo. Le problematiche tecniche associate alla costruzione di una nave prototipo, sommate alla scarsa esperienza e competenza delle cosiddette &ldquo

;TESTE PENSANTI” si è riflesso negativamente sui risultati finali, e solo grazie alla tenacia e all’esperienza di capi ed operai F/C, insieme a persone specializzate dell’indotto, che si è riusciti a finalizzare parte della costruzione. Gli stessi che saranno costretti a salutare le proprie famiglie e terminare i lavori presso il cantiere di Muggiano, cantiere saturo di commesse  lavorative almeno fino al 2029».

Ma la «situazione peggiore ha investito il personale dell’ indotto stabiese – prosegue la FIM - , poiché il trasferimento dell’impresa non si traduce affatto con lo spostamento totale della mano d’opera, causa per cui la stragrande maggioranza del personale purtroppo potrebbe essere licenziato. Riproponendo un sistema che nell’ultima crisi aziendale fu sconfitto assicurando un sostegno alle centinaia di lavoratori che dovevano essere espulsi dal ciclo produttivo. L’esiguo personale prescelto inoltre sarà costretto a far fronte a non facili problematiche salariali (inadempienze non sempre denunciate dai dipendenti per timore di perdita del posto di lavoro). Una situazione critica e complessa che potrebbe sfociare in una destabilizzazione del sistema cantiere.  Questi atteggiamenti non sono nostri.  Ragion per cui la FIM-CISL istaurerà unitamente al proprio collettivo di fabbrica, un tavolo permanente in maniera tale che si riprenda a discutere in modo efficace ed efficiente di politiche industriali e sociali» hanno concluso.

Castellammare - Addio alla Trieste, questa mattina la nave ha lasciato il porto stabiese. VIDEO


lunedì 6 gennaio 2020 - 14:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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