Cronaca

Castellammare - Ex Caserma Cristallina, storia dimenticata di un gioiello borbonico

Un gigante silenzioso nel cuore antico della città, dove il tempo si è fermato ma la storia continua a respirare.

di Alessio Esposito


Nel dedalo del centro antico di Castellammare di Stabia, tra vicoli che custodiscono ancora l’eco della tradizione marinara, sorge - o meglio parzialmente sopravvive - l’ex Caserma Cristallina, un edificio che un tempo rappresentò una delle più ambiziose scommesse industriali della monarchia borbonica. Oggi è un guscio vuoto, chiuso dagli anni Venti, simbolo insieme di degrado e di una grande storia mancata.

La sua origine risale al regno di Carlo di Borbone, quando la città, già proiettata verso un ruolo centrale nei traffici del Mediterraneo, venne scelta per ospitare una fabbrica di cristalli e specchi di alta qualità. Il progetto era audace: creare una manifattura capace di competere con i maestri vetrai di Murano e con i laboratori della Boemia, portando nel Mezzogiorno un polo produttivo d’avanguardia. La “Real Cristalleria” divenne così un luogo di tecniche raffinate, di maestranze specializzate, di saperi importati e poi radicati sul territorio. Per un periodo, fu uno dei simboli dell’innovazione borbonica e dell’orgoglio artigianale stabiese.

Con il declino delle attività industriali, la struttura cambiò pelle e fu destinata a caserma militare. Nacque così la Caserma Cristallina, che per decenni accolse reparti e personale dell’esercito, assumendo un ruolo nevralgico nella vita quotidiana del quartiere dell’Acqua della Madonna. Nei primi decenni del Novecento, però, l’edificio venne via via abbandonato e infine chiuso. Da allora, nessun progetto è riuscito a restituirgli una funzione.

Nel corso degli anni, diverse amministrazioni comunali hanno immaginato futuri possibili per questo gigante addormentato. Una delle ipotesi fu il trasferimento al suo interno della nuova

caserma dei carabinieri, un modo per rafforzare la presenza dello Stato in una zona complessa dal punto di vista urbanistico. L’idea, tuttavia, non si trasformò mai in un progetto esecutivo.

La giunta di centrosinistra, in un’altra fase storica diversi anni fa, tentò di inserirla nella visione più ampia del rilancio delle Terme Antiche, ipotizzando un hotel con affaccio sul mare, capace di dialogare con il turismo termale e valorizzare l’eredità borbonica. Anche in questo caso, però, la mancanza di finanziamenti e la complessità dei vincoli urbanistici bloccarono ogni passo.

Oggi la Caserma Cristallina resta lì, o almeno quel che rimane: imponente e silenziosa, con le sue mura consumate e un cortile che un tempo echeggiava di lavorazioni, comandi militari e vita quotidiana. È un monumento sospeso tra memoria e abbandono, tra il peso del passato e la totale assenza di un futuro definito.

Il suo degrado non è soltanto estetico: rappresenta la fotografia di un patrimonio storico che la città non è ancora riuscita a ricucire con il presente.

Eppure, chi attraversa quelle strade sente ancora il richiamo di ciò che è stato. L’ex Caserma Cristallina conserva una dignità antica, quasi ostinata, che continua a raccontare una stagione di ambizioni industriali, di arti preziose e di trasformazioni urbane. È l’ultimo testimone di un’epoca in cui Castellammare guardava al mondo con una fiducia nuova, intrisa di creatività e lavoro. Resta da capire se questo edificio potrà un giorno tornare a vivere. Per ora continua a vegliare sul centro antico come un gigante ferito, custode di una storia che meriterebbe di essere non solo ricordata, ma restituita alla città.


domenica 23 novembre 2025 - 09:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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