Per la vigilia dell'Immacolata, la città vivrà una serata scandita da cinque falò autorizzati accesi sull’arenile. L’iniziativa, portata avanti dall’amministrazione comunale, punta a gestire la tradizionale accensione dei fuochi in spazi delimitati e monitorati, evitando la proliferazione di falò spontanei nei quartieri che da decenni generano criticità legate alla sicurezza e all’ordine pubblico.
Tra gli episodi passati rimasti nella memoria cittadina c’è il cosiddetto «falò della vergogna» nel 2018: il rogo di un manichino accompagnato da una frase contro i pentiti, una sfida allo Stato.
Negli anni, infatti, i falò non autorizzati hanno contraddistinto vari quartieri, con modalità che andavano ben oltre le consuetudini popolari.
La scelta attuale,
in linea con quanto avvenuto negli anni scorsi, mira a riportare la gestione dell’evento all’interno di un quadro regolamentato. L’Immacolata, storicamente, rappresentava a Castellammare un momento di socialità familiare, ma la necessità di garantire sicurezza impone un'organizzazione accurata per ragioni di sicurezza. I cinque falò sull’arenile sono pensati per concentrare la partecipazione in luoghi controllati, riducendo rischi e potenziali derive.
La serata del 7 dicembre assume così un carattere più ordinato, con l’obiettivo di preservare la tradizione e, allo stesso tempo, evitare episodi che possano comprometterne il significato o creare tensioni. Una gestione centralizzata che intende mantenere viva l’usanza nel rispetto delle norme e della sicurezza collettiva