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Cronaca

Torre Annunziata - Falsi incidenti stradali e mazzette, intercettazioni fondamentali per scoperchiare il 'sistema'

L’operazione della guardia di finanza locale, guidata dal colonnello Agostino Tortora, ha portato alla luce un quadro inquietante e allo stesso tempo desolante di quanto accadeva all’interno delle stanze del tribunale.

di Raimondo De Luca

Non c’è pace nella città oplontina di questi tempi. E se il blitz della scorsa settimana al rione Provolera mirava a sradicare il business della droga, questa volta le forze dell’ordine hanno ‘colpito’ decisamente più in alto nei ranghi sociali. All’alba di ieri sono finite in manette 23 persone fra giudici, avvocati, periti tecnici e anche ex ufficiali dell’Arma: per 18 di loro si sono aperte le porte del carcere, 5 sono stati invece spediti ai domiciliari. Altri 4 sono finiti sotto la lente d’ingrandimento senza che il Gip scegliesse di adottare provvedimenti. Coinvolti tre giudici di pace (Antonio Iannello, Paolo Formicola e Raffaele Ranieri), professionisti del settore sanitario, un maresciallo dei carabinieri non più in servizio (Antonio Cascone) e perfino un ex consigliere comunale di Castellammare (Rodolfo Ostrifate).

Quelli finiti dietro le sbarre rispondono, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (reati in diversi casi contestati in concorso e con condotta delittuosa continuata). Gennaro Amarante, Paolo Formicola, Carmela Coppola e Rosaria Giorgio sono invece accusati di favoreggiamento, con il solo Antonio Cascone che dovrà rispondere anche di rivelazione di segreto d’ufficio.

L’operazione della guardia di finanza locale, guidata dal colonnello Agostino Tortora, ha portato alla luce un quadro inquietante e allo stesso tempo desolante di quanto accadeva all’interno delle stanze del tribunale. Un vero e proprio sistema organizzato, che vedeva - secondo le ipotesi della Procura di Roma - come ‘cerimoniere’ il giudice di pace Antonio Iannello. Stando alle ricostruzioni e alle indagini cominciate negli scorsi mesi dal colonnello Guglielmo Guercia, la stanza del giurista oplontino era il centro di smistamento del presunto giro d’affari. Un business che coinvolgeva giudici, avvocati e periti di parte. Per la pubblica accusa i professionisti si trovavano per decidere a tavolino le sentenze dei sinistri. Gli incidenti, veri o a volte del tutto inventati, fruttavano centinaia o migliaia di euro alla volta.

I protagonisti si sentivano probabilmente intoccabili, protetti dal proprio status sociale, tanto che lo stesso Iannello si permetteva di definire “persone poco perbene” i legali che sceglievano di non piegarsi al sistema. Una distorsione morbosa della realtà che talvolta assumeva i tratti dell’assurdo: “Quelli non sanno campare”, affermava il giudice riferendosi a chi sceglieva la via dell’integrità morale. Talvolta l’uomo è finito anche per lamentarsi delle banconote di piccolo taglio usate per pagare le mazzette: “Ma che sei venuto con tutte carte da dieci... Mo lo picchio a questo!”, diceva. Del resto l’influenza di una personalità carismatica come quella di Iannello era forte sui giuristi, ma ancora di più sui colleghi. Al punto, si legge nell’ordinanza, di coinvolgere in un caso anche il giudice Raffaele Ranieri. Il ‘grande capo’ non si era fermato nemmeno quando si erano notate le prime avvisaglie di indagini: piuttosto aveva preferito adoperare un secondo collega, Paolo Formicola, per passare al setaccio la propria stanza nel tribunale alla ricerca di cimici.

Iannello aveva ragione, perché a scoperchiare il vaso di Pandora hanno contribuito proprio le telecamere nascoste degli investigatori oplontini, che hanno analizzato partitamente le ben trentasette condotte delittuose individuate dal pubblico ministero in soli quarantacinque giorni di intercettazione (dall’11 gennaio al 27 febbraio del 2018) e gli elementi di responsabilità finora emersi. Nel documento si parla di una “sistematica violazione delle norme” e di “eccezionale capacità a delinquere dimostrata dagli indagati che hanno una non comune idiosincrasia al rispetto delle regole ed una pervicacia che rende assolutamente negativa ogni prognosi di collaborazione”.

Non solo intercettazioni ambientali, ma anche prove concrete a supporto. In casa di uno degli indagati e in quella di una sua collaboratrice sono stati trovati contanti per 30mila euro, ritenuti proventi delle mazzette ricevute. Tutti elementi che avallano l’impianto accusatorio della Procura di Roma nei confronti dei giudici arrestati (Iannello e Ranieri in carcere, Formicola ai domiciliari).

Nel frattempo Gennaro Torrese, presidente dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata ha commentato con diplomazia la vicenda che ha coinvolto giudici del tribunale locale e legali del foro oplontino: “Rispettiamo il lavoro della magistratura che è sempre alla ricerca della verità, e allo stesso tempo è garante dei diritti degli indagati. L’ordine - aggiunge Torrese - è sicuro che le parti, ognuna nelle rispettive posizioni, faranno di tutto per l’affermazione dei principi di verità. E auspichiamo che i colleghi coinvolti nella vicenda alla fine del dibattito processuale possano far emergere la loro totale estraneità alle ipotesi accusatorie”.

In carcere:

Antonio Ianniello (Scafati)

Raffaele Ranieri (Scafati)

Aniello Guarnaccia (Castellammare)

Eduardo Cuomo (Pagani) 

Nicola Basile (Castellammare) 

Ivo Garofalo Varcaccio (Torre Annunziata) 

Guida Garofalo Varcaccio (Torre Annunziata) 

Rodolfo Ostrifate (Castellammare)

Francesco Afeltra (Sant’Antonio Abate)

Ciro Guida (Pompei) 

Enrico Tramontano Guerritore (Poggiomarino)

Fabio Donnarumma (Pompei)

Liberato Esposito (Castellammare)

Dario Luzzetti (Torre del Greco) 

Salvatore Verde (Torre Annunziata) 

Vincenzo Elefante (Castellammare)

Marco Vollono (Castellammare) 

Luigi Coppola (Castellammare) 

 

Agli arresti domiciliari:


Paolo Formicola (Napoli) 

Antonio Cascone (Scafati) 

Rosaria Giorgio (Scafati)

Carmela Coppola (Pompei)

Gennaro Amarante (Scafati) 

Falsi incidenti stradali, 27 persone in manette. Tra questi Rodolfo Ostrifate, ex consigliere comunale


19/8 - Castellammare - Falsi incidenti stradali, 50 casi sospetti in una indagine della Procura


venerdì 28 settembre 2018 - 08:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA | data stampa: 24/04/2024